Investire è una decisione importante e scegliere lo strumento finanziario più appropriato dipende da obiettivi, conoscenze e propensione al rischio che variano da persona a persona. Tra le opzioni più in voga, nel mosaico finanziario contemporaneo, ci sono i Fondi comuni di investimento tradizionali e i Fondi indicizzati negoziati in borsa (ETF, Exchange-Traded Funds, in inglese, oppure FNB, Fonds Négociés en Bourse, in francese), che condividono l’intento di diversificare il portafoglio, ma presentano importanti differenze. In Canada, i Fondi comuni di investimento sono diventati popolari negli anni ‘90. Con il calo dei tassi di interesse, gli investitori in possesso di Certificati di investimento garantiti hanno via via preferito questi Fondi, puntando su rendimenti più elevati. Ancora oggi, i Fondi comuni di investimento rappresentano il principale strumento di investimento per i canadesi. Basti pensare che, alla fine di giugno 2024, erano più di 2.073.000 i miliardi di dollari investiti in Fondi comuni, rispetto ai 440,5 miliardi di dollari investiti in ETF.
I fondi comuni sono strumenti finanziari gestiti da professionisti che raccolgono capitali da più investitori al fine di creare un portafoglio diversificato. Ogni fondo è come un grande cesto in cui molte persone mettono i loro soldi. Questo paniere viene poi utilizzato per acquistare un mix di investimenti, come azioni e obbligazioni. L’idea è quella di distribuire il rischio e dare alle persone la possibilità di guadagnare senza doverli scegliere e gestire individualmente. La maggior parte dei fondi comuni di investimento sono gestiti attivamente, con una squadra di esperti che cerca di battere il mercato selezionando le migliori opportunità. Gli investitori comprano quote del fondo in banca o presso un gestore professionale e il valore di queste viene calcolato una volta al giorno, a fine giornata. Tuttavia, i fondi comuni possono avere costi più elevati, come commissioni di gestione (1-3% annuo), costi di ingresso e uscita e anche una commissione di performance. Per questi motivi, i fondi comuni sono indicati per chi desidera affidarsi a professionisti e ha un orizzonte temporale medio-lungo.
Gli ETF, invece, sono fondi passivi negoziati in borsa, il cui obiettivo è replicare un indice (come l’S&P 500 o il MSCI World), un settore (come quello bancario o immobiliare) o un asset specifico (come l’oro o il petrolio). La loro caratteristica principale è la possibilità di acquistarli e venderli liberamente durante la giornata in borsa (tramite un broker) e ad un costo decisamente inferiore rispetto ai fondi comuni. Gli ETF non prevedono commissioni di ingresso o uscita e hanno spese di gestione annue molto basse (in genere 0,05-0,50%). Inoltre, offrono una grande trasparenza, poiché la composizione del portafoglio è pubblicata giornalmente. Sono particolarmente adatti a investitori autonomi che vogliono mantenere bassi i costi e hanno una minima conoscenza dei mercati finanziari.
Quale dei due strumenti conviene scegliere? La risposta dipende dalle vostre esigenze e dal vostro profilo di investitore. I fondi comuni sono ideali per chi preferisce delegare le decisioni a professionisti e desidera una gestione attiva, magari per approfittare di settori o nicchie di mercato specifiche. Tuttavia, è importante valutare se i costi più elevati siano giustificati dalla performance attesa del fondo. Gli ETF, invece, sono perfetti per chi cerca un’opzione più economica e flessibile, soprattutto se l’obiettivo è replicare indici di mercato e seguire strategie semplici ma efficaci.
In molti casi, una combinazione di entrambi può essere la soluzione ideale: gli ETF possono essere usati per coprire le principali esposizioni di mercato a basso costo, mentre i fondi comuni possono essere utili per settori o strategie in cui la gestione attiva potrebbe fare la differenza. Ad oggi, i fondi comuni restano dominanti, ma il loro tasso di crescita è rallentato, soprattutto a causa della crescente consapevolezza dei costi tra gli investitori. Inoltre, prodotti ibridi come i Robo-Advisor, che combinano ETF con una gestione semi-automatizzata, stanno diventando sempre più popolari in Canada. Tra i due strumenti finanziari sembra esserci anche una differenza generazionale. I più giovani, infatti, tendono a preferire gli ETF, grazie alla loro economicità, semplicità e flessibilità. I millennial e i Gen Z sono attratti dalle piattaforme di trading online che offrono accesso diretto agli ETF senza commissioni elevate. I più anziani, invece, sono più inclini ai fondi comuni, soprattutto perché molte banche e consulenti li offrono come opzione primaria. Inoltre, c’è una maggiore fiducia nella gestione attiva per la pianificazione a lungo termine.
