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Inflazione al +6,7%, record storico dal 1991

ROMA – Vola l’inflazione anche in Italia, dopo i livelli record toccati in Germania e Spagna: a marzo, secondo le stime preliminari dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo è salito dell’1,2% su base mensile e del 6,7% su base annua: era al +5,7% a febbraio. L’inflazione accelera per il nono mese consecutivo, raggiungendo un livello che non si registrava da luglio 1991. “Anche questo mese – si legge nel commento dell’Istat – sono i prezzi dei Beni energetici non regolamentati a sostenere l’ulteriore ascesa, ma tensioni inflazionistiche continuano a diffondersi con la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” che accelera di quasi un punto percentuale, portandosi a +5%. A contenere queste tensioni sono i prezzi dei servizi la cui dinamica su base annua rimane stabile (+1,8%), mentre i beni registrano ormai una crescita a due cifre (+10,2%)”.

I rincari dell’energia. In particolare, accelerano i prezzi del gasolio per i mezzi di trasporto (da +24% a +38,3% su anno), quelli della benzina (da +21,9% a +31%), quelli del gasolio per riscaldamento (da +24,6% a +37,4%), quelli degli Altri carburanti (da +38,7% a +45,3%) e dell’Energia elettrica mercato libero (da +64,9% a +65,5%); i prezzi del gas di città e gas naturale mercato libero salgono 4,6% rispetto a febbraio. I prezzi della componente regolamentata dei beni energetici confermano, come a febbraio, essere quasi raddoppiati rispetto allo stesso mese del 2021 (+94,6%).

Su gli alimentari: + 8,1% la frutta e +17,8% per la verdura. Salgono anche i prezzi dei beni alimentari (da +4,6% di febbraio a +5,5% su anno), a causa sia di quelli degli alimentari lavorati (che passano da +3,1% a +4%) sia degli alimentari non lavorati (da +6,9% a +8%; +0,6% sul mese). In particolare i prezzi di questi ultimi accelerano a causa dei prezzi della frutta fresca e refrigerata (da +6,8% a +8,1% su anno) e di quelli dei vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate: marzo salgono a +17,8% su anno da +16,8% di febbraio.

Codacons: stangata da 2.674 euro annui a famiglia. Il rialzo dell’inflazione al 6,7% a marzo rappresenta per il Codacons una “tragedia” e rischia di avere effetti pesanti sui consumi degli italiani. L’associazione dei consumatori stima una maggiore spesa fino a +2.674 euro annui a famiglia a causa della fiammata dei prezzi. “Le nostre peggiori previsioni – spiega il presidente Carlo Rienzi – trovano purtroppo conferma nei dati Istat. L’inflazione al 6,7%, considerata la totalità dei consumi di una famiglia, si traduce in una stangata da +2.058 euro annui per la famiglia “tipo”, e addirittura +2.674 euro annui per un nucleo con due figli”.

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