Distrutte 1.600 case in un’area di 200 mila ettari: oltre 100 mila cittadini sono stati costretti alla fuga. Due ragazzi, di 15 e 19 anni, hanno perso la vita. La Croce Rossa ha già raccolto 54 milioni $ (che raddoppieranno con il contributo del governo)
OTTAWA – L’inferno in terra. Questo lo scenario catastrofico che ha spinto il Primo Ministro della Provincia, Rachel Notley, a dichiarare lo stato di emergenza a Fort McMurray, in Alberta, il fulcro della regione petrolifera delle sabbie bituminose del Paese, circa 2600 km a nord-ovest di Toronto, dopo che un devastante incendio divampato domenica 1º maggio ha portato alla distruzione di 200 mila ettari di terreno (una superficie pari a Città del Messico) e di 1600 edifici, e alla fuga di 100 mila abitanti, costretti a rifugiarsi nella cittadina di Anzac, a 50 km, poi a sua volta evacuata. Per domare le fiamme, sono stati mobilitati 1.500 pompieri (di cui una quarantina dal Québec) e 150 elicotteri. Coinvolto anche l’esercito con 4 potenti elicotteri CH-146 Griffon decollati dalla base di Trenton, mentre 150 agenti della GRC, la polizia federale, sono stati dispiegati sul terreno.
CLIMA PIU’ CLEMENTE LUNEDI’- I vigili del fuoco hanno potuto godere, lunedì, di un clima più fresco, che li ha aiutati nella loro battaglia contro l’incendio peggiore della storia del Paese. “Questo è un clima adatto per domare l’incendio, possiamo realmente cercare di placare la furia delle fiamme“, ha dichiarato Chad Morrison, funzionario dei vigili del fuoco di Alberta.
OTTAWA SOSTIENE LA CROCE ROSSA: GIA’ RACCOLTI 54 MILIONI – Il Primo Ministro, Justin Trudeau, ha già annunciato che il governo federale donerà una somma equivalente a quella raccolta dalla Croce Rossa Canadese per prestare soccorso agli evacuati di Fort McMurray. “Essere canadesi – ha detto il Primo Ministro – significa aiutare chi ha bisogno, qui o nel resto del mondo”. Secondo gli ultimi dati, aggiornati a lunedì 9 maggio, la Croce Rossa ha già raccolto 54 milioni $ in doni, che serviranno ad assistere i rifugiati. Dal canto suo, il governo provinciale ha già stanziato 100 milioni $ per l’emergenza.
DUE LE VITTIME – Dopo le prime notizie rassicuranti, ci sono anche due giovani vittime: Emily Ryan, 15 anni, e Aaron Hodgson, 19, che sono rimasti coinvolti in un incidente stradale sull’autostrada 881, mentre cercavano di scappare dalle fiamme. Emily era la figlia di un pompiere, mentre Aaron era suo cugino.
SCONOSCIUTE LE CAUSE – Gli esperti avrebbero individuato una serie di fattori che hanno contribuito al propagarsi delle fiamme, uno fra questi un’insolita condizione climatica di aria secca e calda (nei giorni scorsi si sono registrati addirittura 30 gradi) abbinata a forti venti che rendono difficoltose le operazioni di spegnimento delle fiamme. Ma le reali cause, per ora, restano sconosciute.
9 MILIARDI DI DANNI – Secondo quanto rivelato alla Cbc da un’analista della Bank of Montreal, l’incendio costerà agli assicuratori fino a 9 miliardi di dollari canadesi, pari a quasi 7 miliardi di dollari Usa.
IMPIANTI PETROLIFERI CHIUSI – Le compagnie petrolifere della zona sono state costrette a chiudere tempestivamente tutti gli impianti e le condutture di greggio per evitare di alimentare l’incendio. In tutto, 700 mila barili al giorno in meno (il 18% della produzione canadese). Una decisione inevitabile che rischia, però, di far schizzare il prezzo dell’oro nero sul mercato.
FORT MCMURRAY, LA PORTA DI ACCESSO AL NORD – Fort McMurray viene definita la porta di accesso al Nord, ma soprattutto l’ingresso alla regione che ospita la più grande riserva di petrolio al mondo, dopo Arabia Saudita e Venezuela. Le sabbie bituminose hanno reso la città un vero e proprio punto di riferimento per gli operatori del petrolio, ma soprattutto hanno comportato un significativo livello di prosperità per i residenti.