(Parte prima)
In questa carrellata attraverso la storia abbiamo incontrato vari geni che hanno modellato la civiltà occidentale. Siamo arrivati all’inizio del XV secolo, un periodo in cui si verificò un cambiamento straordinario nella concezione dell’uomo e della società. Mai come allora il mondo ha visto così tanti geni sviluppare tutte le aree del sapere: dalla politica alla filosofia, dalla pittura all’architettura, dall’astronomia alla scienza. Masaccio, Brunelleschi, Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Botticelli e molti altri hanno lasciato un segno indelebile nella nostra cultura. L’uomo diventa il principale artefice della sua sorte; non c’è più la separazione dello spirito dal corpo e la ricerca del piacere e della felicità non è più concepita come una colpa da espiare.
Brunelleschi, Donatello e Masaccio sono gli esponenti principali della rivoluzione del linguaggio visuale: architettura, scultura e pittura.
Nel 1402 il progetto della porta del battistero di Firenze fu attribuito a Lorenzo Ghiberti, causando un amaro disappunto in Filippo Brunelleschi, allora venticinquenne, e la sua partenza per Roma con Donatello. Qui sviluppò il nuovo concetto della prospettiva lineare e il punto di incontro delle linee parallele che segna l’inizio della rappresentazione tridimensionale. Di ritorno a Firenze, partecipò al concorso per la costruzione della cupola della cattedrale con un disegno rivoluzionario. Riuscì a convincere la commissione e nel 1420 gli fu affidato il progetto. Il Duomo, la cui costruzione era iniziata nel 1296, misurava 43,5 m di apertura e 55 m di altezza, dimensioni che avevano spaventato gli architetti del periodo per la pesantezza della cupola. Solo nel XX secolo è stato possibile costruire strutture così grandi con l’aiuto di materiali ultraleggeri. L’architetto si avvalse di due cupole, una interiore capace di sostenere l’altra esteriore più leggera, poggiate sulla struttura ottagonale della basilica. Ancora oggi la costruzione della cupola lascia lo spettatore meravigliato.
Donatello è riconosciuto come un rivoluzionario della scultura già dalla prima opera in marmo “San Giovanni Evangelista”. La statua appare sproporzionata guardata di fronte, ma diventa una possente figura triangolare quando si ammira dal basso. È molto apprezzato per l’uso del “rilievo schiacciato”, una tecnica che presenta la scena e i personaggi in bassorilievi che non sporgono più di 2,5 centimetri. La sua più nota opera è il Davide in bronzo, prima opera autoportante, di dimensione naturale, mai progettate dal tempo delle statue classiche dei Greci.
A Padova, nel 1440, Donatello scolpì la statua di Erasmo Gattamelata che richiama quella dell’imperatore romano Marco Aurelio, rifacendosi ai modelli classici che aveva studiato a Roma.
Masaccio è forse il pittore più influente degli artisti europei. Ispirato da Giotto che si era staccato dallo stile bizantino iniziando la pittura moderna, Masaccio spinse la rappresentazione verso il realismo usando magistralmente il chiaroscuro. Dalla rappresentazione Medioevale del rapporto uomo-Dio, l’artista passa alla concezione dell’uomo in rapporto alla natura. Le sue figure sono monumentali e indubbiamente tridimensionali, i paesaggi sono presentati in modo naturale e nella cappella Brancacci le scene sono una rappresentazione della vita del XV secolo in Toscana. L’ultimo suo capolavoro si trova nella chiesa di Santa Maria Novella, a Firenze; l’affresco, raffigurante la Trinità, fu terminato nel 1428, alcuni mesi prima della sua morte. (Continua)