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Cartier plante une croix à Gaspé. Source: Library and Archives Canada/MIKAN 2896506
Il Québec nei secoli

Il nome “Québec”, che deriva dal termine Mi’kmaq “Gepèèg” (traducibile con “stretto”), in origine designava il restringimento del fiume San Lorenzo nel punto dove ora sorge la città di Québec. Nel 1497, l’esploratore veneziano Giovanni Caboto approdò sull’isola di Capo Bretone e toccò la Nuova Scozia, avvistando l’isola di Terranova: nell’illusione di aver toccato l’estremità Nord Orientale dell’Asia, ne prese possesso in nome di Enrico VII. Il primo ad esplorare la zona del Québec fu Jacques Cartier, inviato del re di Francia Francesco I: sbarcò a Gaspé nel 1534, prendendo possesso di un territorio popolato dai nativi.

Nel 1608 Samuel de Champlain approdò sulla sponda settentrionale del fiume San Lorenzo, in un luogo che gli Indiani chiamavano Kébec. È a Jeanne Mance ed a Paul Chomedey de Maisoneuve, invece, che si deve la fondazione, nel 1642, di una missione d’evangelizzazione chiamata Ville-Marie, destinata a diventare Montréal alla fine del XVIII secolo.

Il nucleo dell’attuale provincia è costituito dall’antica colonia francese della Nuova Francia, che nel 1663 fu eretta in provincia reale. Divenuta inglese a seguito del Trattato di Parigi del 1763, fu divisa amministrativamente, nel 1791, in due zone: Alto Canada (abitato prevalentemente da Inglesi) e Basso Canada (abitato prevalentemente da Francesi). L’atto di Québec, approvato dal Parlamento britannico nel 1774, stabiliva i confini della provincia e conteneva inoltre ampie garanzie e concessioni ai sudditi di origine francese, tra cui la libertà di culto e l’uso del diritto civile francese.

La separazione tra i due territori divenne definitiva nel 1867 quando, con atto formale del Parlamento inglese, l’Alto e il Basso Canada vennero a formare due distinte province col nome, rispettivamente, di Ontario e di Québec nell’ambito della Federazione canadese. Ma, nonostante la concessione di alcune autonomie politico-amministrative, il Québec rimase ostinatamente legato alla propria tradizione francese e ostile all’ingerenza inglese finendo per diventare, specialmente dopo la II guerra mondiale, la più grave questione interna del Canada.

Tra il 1945 e il 1966 sorsero alcuni gruppi nazionalisti (UN, Unione Nazionalista; RIN, Raggruppamento Indipendenza Nazionale) alimentati da presunte (o autentiche) discriminazioni operate dagli Anglo-Canadesi nei confronti dei francofoni e da disparità economico-sociali fra i due gruppi etnici. Negli anni Sessanta vi furono gravi atti di intolleranza (sequestri, attentati) e manifestazioni di aperta dissidenza culminati, nel 1967, nel grido di “Québec libre!”, col quale i francofoni accolsero il presidente de Gaulle.

Tuttavia, col referendum del 1980 (René Lévesque Primo Ministro) e poi quello del 1995 (Jacques Parizeau Primo Ministro), la maggioranza dei quebecchesi bocciò l’opzione separatista ed il Québec, anche se riconosciuta come ‘società distinta’, rimase una provincia del Canada.

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