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Il pungolo di Pietro Lucca. La Luna

L’Universo, malgrado l’apparenza di un insieme fantastico, in realtà costituisce la manifestazione di un “ordine”, di una logica e di un rigido equilibrio, spiegato dalle varie filosofie, religioni e correnti di pensiero. Oggigiorno, l’essere umano, allontanandosi dalla nozione religiosa di un’Alba della creazione, si ritrova solo e smarrito in un crepuscolo sempre più senza Dio; però permane sempre più stupefatto e meravigliato al cospetto dell’infinito-indefinito. Alfine di colmare un vuoto venuto a crearsi nel suo animo, l’uomo ricorre alla “poesia dell’anima”: al misterico, al senso del sacro, che definisce e completa la sua natura. Un esempio tipico è dato dallo “spirito” della dottrina massonica, da sempre laboratorio, fucina rivoluzionaria e giacobina contro l’Altare, e quindi contro ogni riferimento ad una nozione e a una creazione divina. Ad esempio, la Massoneria italiana del Grande Oriente d’Italia apre ogni documento, ogni atto, ogni seduta, ogni decisione con la formula rituale “A Gloria del Grande Architetto dell’Universo”.

L’idea di un Grande Architetto dell’Universo, in questo frangente, suggerisce l’idea di una presenza straordinaria ordinatrice e quindi di una “volontà, aldilà della materia”, sfociante in un contesto spirituale. Fra i tanti simboli tradizionali adottati dalla massoneria vi è la famosa lettera “G”, molto spesso iscritta al centro di pentacoli, e stelle di Davide, a rappresentare “God-Dio” o “Geometria”, quindi come sigla rappresenta a l’“Architetto”, “il Gran Fattore”. Al lettore può sembrare che, citando la massoneria, estrapolo dal soggetto. Se propongo questa citazione, è per delineare l’esempio ambiguo di una nozione “laica”, quando ricorre ad una “Causa prima”.

La spiegazione massonica della natura, dell’universo e delle leggi che lo “reggono”, determinante il mondo in cui viviamo, dà l’idea che “tutto è regolato da un “ordine”, e necessariamente un “Ordinatore”, sia esso puramente determinato da criteri scientifici o spirituali. Questo perché, malgrado tutto, a prescindere dai vari criteri di partenza, spirituali o di matrice “razionali e logici”, quando l’uomo scruta l’Universo ne rimane stupefatto e affascinato, al punto che, pur volendo rifiutare una presenza divina, crea il proprio demiurgo, “il Grande Architetto. Di più, a prescindere dal concetto materiale o spirituale, i simboli evocati hanno valenze esoteriche e dopotutto appartengono ad una Scienza sacra che trascende tutte le speculazioni moderne. Il loro significato tradizionale alchemico corrisponde al “sale” o “Sale Celeste” che riporta al significato di Principio, di saggezza, e quindi all’Idea spirituale e imprescindibile di Dio. (Agli interessati al soggetto suggerisco l’opera di R. Guénon, “La Grande Triade”, cap. XXV).

Dopo questo più che generico e sintetico accenno a differenti approcci sul soggetto, ritorno al discorso sulla Luna. Per capire l’importanza e il legame tra l’Uomo e il nostro satellite, basti pensare che in astrologia la Luna è considerata un Pianeta, anche se è solo un satellite. Infatti, secondo questa scienza, il suo influsso è considerato estremamente forte, influendo, astrologicamente parlando, sulle emozioni. In astrologia, la Luna punta a determinare un comportamento istintivo. Stimola la creatività e il sogno, ma rende anche mutevoli e svagati (lunatici); mentre il Sole richiama ad un carattere aperto, una predisposizione verso il sociale e incline alla condivisione.

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Nella prima immagine, il Grande Architetto, miniatura di una vecchia Bibbia del 1250.
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Nella seconda lo stesso motivo, in un’interpretazione in chiave massonica, opera di William Blake del 1794.
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Infine, la nostra luna, riflessa in ogni goccia e in ogni anima.
Di più, la Luna influisce su un carattere chiuso e introverso, più attento al mondo interiore che a quello esteriore. L’astro della Terra costituisce un principio femminile, contrapposto a quello maschile, il Sole. Sempre in astrologia, la Luna evoca l’aspetto viscerale, attinge a sensazioni primordiali che non rispondono alle leggi della razionalità. La Luna è magia, mistero, è letteralmente una porta aperta su altri mondi. Nella mitologia e nelle religioni classiche, i vari aspetti della Luna, in quanto manifestazioni di fasi particolari di una “luce riflessa”, determinano una natura femminile, complementare a una fonte di luce, che, seppur riflessa, determina un equilibrio necessario alla vita sulla Terra. Satellite terrestre così essenziale che la scienza tradizionale antica, nella sua peculiarità, pur definendo l’astro come essendo femminile, quando nelle notti di luna piena brillava nella sua pienezza, era considerata una luce, una brillantezza tutta sua, al punto da esser chiamata Lunus, al maschile, poiché in quella fase particolare (luna piena), la sua era una luce considerata non riflessa, ma sua e determinante sulla vita.

Ma la Luna, tanto osservata e tanto familiare nelle notti stellate, mostra sempre lo stesso lato; l’altra faccia costituisce il suo lato oscuro, che non mostra mai, quasi a voler preservare il suo mistero. Questa particolarità simbolicamente avvicina ancor di più il nostro satellite al carattere della natura umana. Come la Luna, l’essere umano è definito dal suo lato conosciuto, dall’apparente, da quel che “mostra”. L’individuo, infatti, è generalmente considerato e definito dal suo “apparire”, dal suo comportamento; mentre l’aspetto profondo della sua natura, la causa prima che determina il suo interagire, è “nascosta”, risiede nei meandri del suo inconscio, ermeticamente preclusa al giudizio di “tutti i giorni”. Questa la ragione per cui Mark Twain ebbe a scrivere: “Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessun altro”. Ineffabile ed enigmatica, dalla notte dei tempi la Luna continua ad esercitare il suo fascino senza tempo, non cessando mai di esser fonte d’ispirazione.

L’uomo, anche se è riuscito a calpestare il suo suolo, non è riuscito ad afferrare il suo mistero. Essa continua a suscitare il fascino che sfugge alla scienza e, nel suo alone, continuamente mutevole, si riflettono i sentimenti umani. La luna costituisce un costante interrogativo, suggerito sottovoce dal nostro inconscio. Essa invita allo smarrimento contemplativo silenzioso; è il nostro secondo sole interiore, quello a cui, senza riscontro, si rivolgeva il giovane Leopardi.

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