Una delle eccellenze italiane conosciuta in tutto il mondo è il Prosecco. Lo includo in questa rubrica perché, dietro a tanta notorietà, c’è la genialità degli italiani che hanno saputo conservare una tradizione millennaria che negli anni novanta è esplosa con la produzione di 320 milioni di bottiglie all’anno. Già Plinio “Il Vecchio” ne decantava le qualità nel I secolo D.C.
Una lunga storia di gloriosa tradizione circonda questo “nettare degli dei”. Nell’antichità venne chiamato “pucino” e fu molto apprezzato da Livia, la moglie dell’imperatore Augusto. Il cambio di nome fu suggerito dall’inglese Fynes Moryson nel 1593 che scrisse: “…qui cresce il vitigno che produce il Pucinum, ora chiamato Prosecho…” Qui indica le zone del Goriziano, del Dalmatico e del Trevigiano fra le colline di Conegliano, Col San Martino, Asolo e Valdobbiadene. Il nome venne attribuito poi dal luogo che in antichità produceva questo vino, il Castello di Prosecco, nel Goriziano.
Il Prosecco è prodotto in tre varietà:
– Il classico, chiamato anche “tranquillo”, con
una percentuale di alcol del 10,50%;
– il frizzante, con il 9%;
– lo spumante con l’11%.
Lo spumante è ottenuto per fermentazione naturale in un’autoclave, il frizzante può essere ottenuto per fermentazione in autoclave o in bottiglia.
Il Prosecco bianco ha un colore bianco-giallo paglierino; il rosé è una variazione che contiene aromi di frutta e fiori, con un tocco di erbe aromatiche dal gusto particolare; il frizzante con fermentazione in bottiglia ha una raffinata punta di aroma che richiama il pane e la tostatura. Il vitigno usato è la “glera” per un minimo di 85% con addizione di “verdiso”, “perera” o “glera lunga”. Altri tipi di vitigni sono usati per il rosé: chardonnay, pinot bianco, pinot nero.
La coltivazione delle viti è strettamente controllata e deve provenire da terreni ben esposti al sole e drenati; devono avere almeno 2300 ceppi per ettaro. Esistono più di 8000 cantine e 269 case produttrici le cui vendite raggiungono i 3 miliardi di Euro all’anno. Nel 2013 la versione spumante ha superato la vendita dello Champagne.
Il successo ha spinto molti altri paesi a produrre imitazioni che non hanno mai ottenuto la qualità del Prosecco. Vi hanno provato in Sudamerica con il Prosecco Garibaldi, in Australia con il Prosecco Vintage, e recentemente anche la Croazia con il Prosek, che è un vino da dessert completamente diverso sia nel gusto che nell’utilizzazione di uva secca.
I vini del Cartizze, nel comune di Valdobbiadene, Treviso, hanno un aroma particolare di squisita eleganza e gusti svariati di pera, mela, buccia di limone e aromi floreali. L’alta acidità del Prosecco è bilanciata dall’effervescenza.
Suggerimenti per gustare questo vino:
– Colore: Osservare il colore, la trasparenza, le bollicine;
– Profumo: Evitare di agitare troppo il vino frizzante, notare il profumo, la dolcezza, il contenuto di alcol, poi gli aromi, le erbe e finalmente la durata;
– Gusto: Assaggiare un piccolo sorso facendolo roteare in bocca. Notare l’acidità e l’effervescenza.
Il Prosecco può accompagnare egregiamente
i seguenti pasti:
– Il frizzante per antipasto di prosciutto, formaggi salati (asiago), funghi e noci o mandorle;
Può essere usato in numerosi cocktails, come nel bellini (purea di pesche bianche e Prosecco);
– Il secco con piatti di pesce;
Dopo tanta bontà ci sta un bel cincin!