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Da sinistra: ILARIA CERIELLO, Consigliera; MORENO FERMINI, Presidente e VINCENZO GIARDINA, Segretario. Gli altri membri del Consiglio Direttivo sono: LEONILDA TADDEO, Vicepresidente; NUNZIA D'ELIA, Tesoriera; ERMINIO PICCOLINO, Consigliere; ALOISIO MULAS, Cons gliere e FRANCESCO FALSETTI, Consigliere.
Il PICAI e la lingua italiana a Montréal e in Québec

La storica istituzione italo-canadese di Montréal ha ricominciato ad erogare corsi di lingua italiana in presenza, mettendosi alle spalle gli anni complicati della pandemia. Per il futuro si prospettano nuovi progetti e tante novità

 

MONTRÉAL – L’italiano in Québec è veramente diffuso. Soprattutto a Montréal, si può persino comunicare con l’idioma del Bel Paese in determinati luoghi e contesti. Se questo è possibile, lo si deve alle numerose istituzioni pubbliche e private che, nel nell’ultimo secolo, hanno speso le proprie energie per consolidare e promuovere la lingua e la cultura tricolori nelle comunità locali canadesi. Il PICAI è una di queste realtà culturali. Si tratta di un organismo storico, fondato nel 1969 a Montréal, senza fine di lucro. Inizialmente, era uno dei punti di riferimento per tutti gli immigrati provenienti dall’Italia ed aveva come obiettivo fondamentale rendere loro più agevole l’inserimento socio-economico-culturale nel nuovo Paese. Infatti, questo ente nasce come patronato (Patronato Italo Canadese per l’Assistenza agli Immigrati) e, solo col passare del tempo, a partire dagli anni ’70, ha modificato la propria missione, dedicandosi quasi esclusivamente ad attività rivolte alla conservazione e alla diffusione della lingua italiana in Canada.

 

Per stimolare la riflessione sui temi sviluppati nel corso della prima edizione degli Stati Generali della Lingua Italiana in Québec dello scorso 20 ottobre, abbiamo intervistato il nuovo Presidente del PICAI – Scuola di Lingua Italiana, Moreno Fermini, sull’offerta didattico-formativa attuale e le sue prospettive.

“Il nostro storico organismo è un’istituzione che inizialmente si occupava dell’assistenza degli italiani in Canada ma, successivamente, ha cominciato a erogare corsi di lingua italiana. Sin dai primi tempi, e fino a pochissimi anni fa, contava migliaia di studenti iscritti. Questa trasformazione ha subìto un ulteriore cambiamento durante gli anni della pandemia, in cui siamo stati costretti a sospendere le lezioni in presenza nelle scuole. Abbiamo quindi organizzato delle lezioni online per non interrompere il rapporto con i nostri studenti. Ritornando alla normalità, il primo grande sforzo è stato quello di riuscire a programmare nuovamente i corsi in presenza con tutte le difficoltà del caso: preparare gli insegnanti all’uso delle nuove piattaforme comunicative, in quanto abbiamo deciso di mantenere i corsi da remoto, e facendo dei cambiamenti importanti sulla didattica, perché un conto è insegnare tra i banchi e un conto è farlo attraverso uno schermo. Abbiamo deciso di digitalizzare tutto, partendo dalla parte amministrativa fino ad arrivare a quella didattica. Inoltre, abbiamo cercato di reperire insegnanti madrelingua qualificati per cercare di rispondere alle esigenze dei nuovi studenti”. Relativamente al numero di corsi e studenti iscritti al PICAI, il presidente Fermini ha affermato: “I nostri corsi sono erogati a due fasce d’età, quella dei giovani dai 4 ai 16/17 anni e quella degli adulti. Per quanto riguarda i giovani, i corsi sono rivolti a tutte le classi della scuola materna, delle elementari e dalla prima alla quinta media. Operiamo su tre scuole di Montréal – la Leonardo Da Vinci Academy, la Petite-Patrie Elementary School, la Emmanuel Christian School – e una di Laval – l’École Odyssée-des-Jeunes. In queste realtà, abbiamo aperto almeno un corso per classe. Si tratta di progetti extracurricolari svolti in orario non scolastico, il sabato mattina, dalle 9 alle 12. Oltre ai corsi in classe, abbiamo anche quelli online, i quali ci permettono di abbracciare un territorio più esteso. Tra i giovani studenti che frequentano da remoto e quelli delle scuole siamo arrivati a oltre 400 ragazzi. Per quanto riguarda gli adulti, invece, siamo ripartiti l’anno scorso, presso i locali della nostra sede sociale, sita all’interno della Casa d’Italia, con 60 iscritti e, oggi, siamo arrivati a 70. A breve chiuderemo le iscrizioni. A gennaio inizierà la nuova sessione che prevedrà molti più corsi per offrire maggiori possibilità agli interessati”.

 

Abbiamo toccato anche il tasto delicato relativo a notizie circolate ultimamente su presunti problemi economico-contabili dell’organismo montrealese. Al riguardo, Moreno Fermini ha evidenziato che “si tratta perlopiù di cattive dicerie create ad hoc e messe in giro per sminuire il valore del nostro storico ente”, precisando che “l’analisi dei bilanci e di tutto quello che è avvenuto negli ultimi 10 anni ci permette di affermare che non ci siano mai state vere e proprie complicazioni finanziari. Quello che le persone non sanno è che le criticità di cui si parla sono dovute al fatto che dal Ministero degli Esteri non arrivano più i fondi come una volta. Questo ha messo in difficoltà tutti gli enti. Nel nostro caso specifico, bisogna dire che qualche problemino si è avuto con riferimento ai progetti precedenti che poi non sono partiti a causa della pandemia. Quello che succede nei fatti è che quando il MAECI (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) eroga dei fondi, quelli inutilizzati di norma non sono richiesti indietro, ma per i nuovi progetti ne vengono erogati di meno. Nel nostro caso, si è verificato che il Ministero ci ha chiesto la restituzione immediata dei fondi non spesi, creandoci qualche difficoltà in considerazione dell’elevato aumento dei costi indotti dalla pandemia. Tanto per fare un esempio, il costo dell’affitto delle aule è raddoppiato rispetto al passato. Ciononostante, siamo riusciti a trovare un accordo con il Ministero (riscontrabile anche su internet) che ci ha permesso di diluire la parte di finanziamento rimanente attraverso diverse rate, consentendoci, nello stesso tempo, di partecipare al nuovo progetto. Si è trattato di un intervento finanziario-amministrativo, un intervento burocratico, che ci ha consentito di superare le difficoltà e di proseguire la nostra attività didattica e formativa”.

 

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Circa i progetti futuri del PICAI: “Stiamo lavorando per diventare autosufficienti, sia tramite eventi da noi organizzati, sia attraverso l’incremento di attività volte al miglioramento della lingua italiana negli studenti, italofoni e non. Da qualche tempo, assieme all’artista Egidio Vincelli, abbiamo pensato a tutte quelle persone che sono consapevoli di parlare un italiano fortemente influenzato da francesismi, anglicismi e forme dialettali. Stiamo, quindi, pensando a programmare corsi di conversazione, incentivando il coinvolgimento dei partecipanti attraverso la proposta di temi specifici per ogni lezione e con la presenza, fisica o virtuale, di ospiti italiani. Siamo convinti che, procedendo così, possiamo permettere di migliorare le abilità linguistiche, consentendo ai nostri corsisti, altresì, di scoprire novità relative all’Italia e alla sua cultura. Secondo me, attività come questa creano interesse e partecipazione e rappresentano anche un veicolo per far tornare in Italia molte persone, secondo la logica del turismo delle radici. È un’idea su cui stiamo lavorando e che dovrebbe concretizzarsi a partire dall’inizio del 2024”.

 

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