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Il governo lancia il Turismo delle Radici

IL PROGETTO PNRR ENTRA NEL VIVO

ROMA, (NoveColonneATG) – Un piano da 20 milioni di euro, soprattutto a sostegno dei piccoli comuni: il progetto sul Turismo delle radici, inserito nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), entra nella fase operativa. Il settore coinvolge Italiani all’estero e Italo-discendenti – un bacino stimato in oltre 80 milioni di persone in tutto il mondo – che vogliono tornare in Italia per riscoprire le proprie origini. Un progetto che mira a valorizzare i piccoli comuni, lì dove è partita l’emigrazione, con un patrimonio di ben 5.529 comuni sotto i 5.000 abitanti (il 70% del numero totale dei comuni italiani), ma che ospitano solo il 16,5% della popolazione nazionale e rappresentano il 54% dell’intera superficie italiana.

Un piano ambizioso che il 15 febbraio alla Farnesina ha visto insieme Istituzioni, comuni, amministrazioni pubbliche e private per un momento di sintesi e rilancio, anche in vista del 2024 “Anno del Turismo delle radici”. Un progetto che, secondo Antonio Tajani, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, “punta alla crescita del turismo nel nostro Paese, guardando non solo alle grandi città ma soprattutto ai piccoli centri”. Dopo aver ricordato l’importanza degli Italiani all’estero come “Ambasciatori per far crescere le presenze turistiche”, il titolare della Farnesina ha evidenziato come una “fattiva collaborazione con i territori”, soprattutto con i sindaci, è fondamentale. Soddisfatto anche Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli italiani, che ha dichiarato: “Questo è un momento di rilancio e di sintesi importante tra le amministrazioni coinvolte e i territori: 5 ministeri, più di 600 comuni, le amministrazioni pubbliche e private. Insieme dobbiamo far partire le iniziative, che già quest’anno saranno avviate”.

Per il Ministro del Turismo, Daniela Santanchè, “questo è uno snodo cruciale del turismo italiano, che ha un bacino di utenza di 80 milioni di persone: italiani di seconda e terza generazione che vivono all’estero e che sentono forte il legame di affetto verso la nostra nazione, che hanno un legame forte con la famiglia di origine e sono animati da sentimenti profondi, emotivi”. Santanchè ha ricordato alcuni dati: “10 milioni di turisti delle radici prima della pandemia e 6 milioni nel 2021”. Si tratta di “numeri importanti” con “elementi interessanti come la lunghezza del periodo nel quale stanno in Italia, minimo 6 giorni, e la spesa, 4,2 miliardi nel 2021”, ha continuato il Ministro del Turismo, ricordando anche l’opportunità di “rivitalizzare le produzioni agroalimentari e artigianali”. Ed ha aggiunto: “Il supporto di Enit e del portale italia.it è significativo: non una piattaforma vetrina, ma uno strumento che ci consentirà di promuovere mercati chiave favorendo l’incontro strutturato tra domanda e offerta”. Per Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito, il progetto “è volto a rafforzare l’attrattività dei territori, che possono essere fortemente sostenuti dal sistema educativo italiano”, oltre a sottolineare che “la promozione italiana è un fattore strategico per lo sviluppo del Paese”. Valditara si è concentrato sul ruolo che la formazione può avere nel contesto del turismo delle radici, evidenziando che è necessario portare a conoscenza dei giovani “il fenomeno dell’emigrazione degli italiani nel mondo, iniziato a fine ‘800 e che non si è mai interrotto”, così da poter comprendere l’emigrazione di oggi. A parlare di italiani all’estero è stata anche Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca, la quale ha spiegato che “la fuga dei cervelli non va fermata ma implementata. La vera sfida è farli tornare, più forti di prima”.

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