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Il Canada al fianco dei Paesi in via di sviluppo

a cura del Senatore Tony Loffreda

 

Ogni anno, ad Aprile, Ministri delle Finanze, Governatori delle Banche centrali, specialisti dello sviluppo, dirigenti del settore privato, rappresentanti della società civile, parlamentari e accademici si riuniscono a Washington per gli annuali incontri di primavera della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale. A margine di questo incontro annuale si svolge il Forum parlamentare globale, organizzato dalla Rete parlamentare della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale, che funge da piattaforma neutrale per i parlamentari dei paesi membri per rafforzare sia la responsabilità che la trasparenza nell’ambito della cooperazione allo sviluppo. In qualità di presidente del capitolo canadese della Rete parlamentare, ho avuto il privilegio di recarmi a Washington a inizio mese per partecipare alla 2-giorni del Forum e unirmi a centinaia di colleghi parlamentari di tutto il mondo, tra cui la mia collega canadese, la Senatrice Rosa Galvez, esperta di cambiamenti climatici.

 

Tra le importanti questioni globali che abbiamo trattato durante i nostri incontri spiccavano l’appropriata regolamentazione dei rischi e delle opportunità dell’intelligenza artificiale attraverso una lente globale, l’accelerazione delle soluzioni climatiche in un mondo fragile e la valorizzazione delle strategie di genere per far progredire la parità di genere. Su richiesta del presidente della Rete, Liam Byrne, membro del Parlamento britannico, ho avuto l’onore di moderare un panel dal titolo “Debito e crescita: investire nell’Associazione Internazionale per lo Sviluppo (IDA) e nella Riduzione della Povertà e nella Fiducia nella Crescita”. Abbiamo avuto un parterre stellare di relatori provenienti sia dalla società civile che dalle legislature internazionali, incluso il presidente del Senato del Burundi.

 

In qualità di rappresentante di un paese che beneficia dell’IDA, il Presidente ha parlato molto bene dell’Associazione e della necessità che i partner globali aumentino gli investimenti e le opportunità di finanziamento per i paesi a basso reddito in modo che possano continuare a investire nel loro futuro, migliorare la vita dei i loro cittadini e creare comunità più prospere nelle rispettive nazioni. Il nostro panel ha suscitato un grande interesse da parte del pubblico. Come il Burundi, anche i legislatori di altri paesi africani hanno esortato i paesi ricchi ad aumentare i propri impegni in materia di aiuti internazionali. L’IDA, grazie ai suoi prestiti agevolati e alle sue iniziative di alleggerimento del debito, è ampiamente considerata la principale fonte di donazioni a favore dei servizi sociali di base in molti paesi.

 

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Infatti, dalla sua creazione nel 1960, l’IDA ha erogato 533 miliardi di dollari a favore di 115 paesi. Di recente, gli impegni annuali sono aumentati costantemente fino a circa 36 miliardi di dollari l’anno. Se si vuole la prova che l’Associazione sta raggiungendo i suoi obiettivi, basta soffermarsi sulla cosiddetta “graduation list”. Tre dozzine di Paesi, che storicamente hanno beneficiato dell’IDA, non sono più eleggibili perché hanno ridotto con successo il loro tasso di povertà, hanno migliorato la loro capacità di ottenere prestiti o sono attrezzati meglio per gestire le loro risorse finanziarie.  Durante il nostro panel, è stato fonte di ispirazione sentire come il denaro proveniente da paesi donatori internazionali come il Canada stia contribuendo ad alleviare la povertà in tutto il mondo. Abbiamo sentito, forte e chiaro, l’invito all’azione per allargare ulteriormente i nostri impegni per contribuire a incoraggiare la crescita economica e costruire la resilienza in alcuni dei paesi più vulnerabili del mondo.  Oggi, un totale di 75 paesi possono beneficiare delle risorse dell’IDA.

 

Il Canada, in quanto nazione ricca e con un’economia industrializzata, si trova in una posizione privilegiata. La situazione può non essere perfetta a casa nostra, ma siamo anche in una posizione unica per investire nella prosperità dei paesi a basso reddito.  È la cosa giusta e decente da fare. Proprio la settimana scorsa, nella sua Legge di Bilancio di primavera, il governo federale ha reiterato il suo impegno a stanziare più fondi per i paesi in via di sviluppo in modo che possano effettuare gli investimenti cruciali di cui hanno bisogno per sostenere la propria popolazione. Infatti, alla fine del 2023, il Canada ha generosamente riervato ulteriori 1,3 miliardi di dollari alla riserva speciale per i diritti di prelievo del Fondo Monetario Internazionale per la riduzione della povertà e la crescita.

 

Penso anche che il Canada abbia anche altro da offrire. Al di là degli aiuti, ai prestiti e alle sovvenzioni per l’estero, gli imprenditori canadesi hanno l’esperienza e il know-how per contribuire a far crescere l’economia delle comunità di tutto il mondo e incrementare gli standard di vita delle persone più vulnerabili ed emarginate nella nostra società.

 

Ho sempre sostenuto che a creare ricchezza sono gli imprenditori. Il Canada deve essere più proattivo nell’esportare i suoi esperti, imprenditori e professionisti allo scopo di aiutare gli imprenditori locali ad acquisire gli strumenti necessari per avviare un’impresa, creare posti di lavoro sul posto e generare ricchezza e prosperità a livello comunitario. Gli aspiranti imprenditori nei paesi in via di sviluppo e in luoghi remoti hanno bisogno di incentivi, certezze e risorse per progredire. Le competenze canadesi rappresentano una di queste risorse che potrebbero fare molto per alleviare la povertà in alcuni degli angoli più problematici del mondo. Essere a Washington la scorsa settimana mi ha ricordato l’impatto e l’influenza che il Canada continua ad avere nel contribuire a ridurre la povertà nel mondo. Siamo visti come un Paese generoso con il cuore in mano, il cui contributo, sia in termini di dollari che di beni e servizi, è più che mai necessario e apprezzato.

 

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