Il desiderio di conoscere l’origine dell’Universo, e quindi della natura e dell’uomo, ha spinto scienziati ed astronomi a studiare le stelle. Adesso sappiamo come sono composte, a quale distanza sono dalla Terra e a quale velocità si muovono, ma non riusciamo a calcolare quanti miliardi di galassie, stelle e pianeti esistono. Un grande aiuto ci è stato dato dal telescopio ‘Hubble’ che ha permesso di tracciare la struttura dell’universo, differenziando le zone calde da quelle fredde (benché la differenza sia di pochissimi gradi).
Come si è formato tutto questo? E cosa c’era prima? Ci sono diverse teorie e tutte affascinanti per la grandezza delle dimensioni fisiche e le leggi che regolano il movimento delle stelle. Le deduzioni fatte osservando il loro movimento portano ad ipotizzare un inizio che è stato definito Big Bang, e che si sta cercando di ricreare nei grandi laboratori di particelle elementari facendole collidere fino a creare un minuscolo Big Bang.
All’inizio c’era il “Niente”. Com’è possibile identificare questo niente? La mente umana non può concepire il vuoto di tutto, l’assenza, l’eterno. Allora si ipotizza che esisteva solo un punto dove tutte le energie erano concentrate. La scienza ci dice che le galassie si allontanano sempre più velocemente; da questo si è dedotto che andando indietro nel tempo tutte le stelle erano racchiuse in tale punto che è stato chiamato “Singolarità”, il punto dove non ci sono più le leggi di gravità, l’elettromagnetismo, l’irreversibilità del tempo. Qualcosa ha sconvolto l’equilibrio di tanta energia.
Trascrivo un paragrafo di un mio romanzo, Il viaggio, pubblicato in Italia. Il racconto è scritto in prima persona e nasce dalla teoria che l’Universo si crea e si distrugge eternamente. Quando le stelle raggiungono il limite della loro corsa invertono la direzione e ritornano al punto di partenza per ricominciare con un altro Big Bang.

“Sapevo che andavo verso il punto in cui tutto si sarebbe unito e lo spazio, il tempo, la forza gravitazionale, l’elettromagnetica, la debole e la forte, sarebbero divenute una sola forza.
Tutto sembrava convergere in un solo punto, che era al di fuori di me e nello stesso tempo sembrava far parte di me! Com’era possibile che le innumerevoli energie che seguivano la mia stessa direzione avrebbero potuto riunirsi in un punto? Ma le leggi fisiche che avevano condizionato il mio corpo e le cose che mi avevano circondato non esistevano più e tutto diventava possibile. Ero spettatore e attore nello stesso tempo, ignaro però del ruolo che mi era stato dato. Mi ricordai del rapporto tra velocità e tempo: più la prima aumenta, più il tempo rallenta… fino a diventare infinito!
Quando la tendenza che mi aveva condotto al punto centrale dell’Universo raggiunse il suo apice, mi trovai in molti stati simultaneamente: centro e periferia, finito e infinito. Tutto era completo e, come in una sfera, non c’era né inizio né fine.
Quando l’ultima particella di energia si unì a noi, una reazione a catena cominciò dapprima lentamente e poi si estese a tutti i punti dell’insieme con un’accelerazione vertiginosa.
In quel momento fatidico nacque il tempo e fu stabilita la sua irreversibilità. Con il tempo nacque anche l’incertezza del divenire! E nacquero tutte le leggi che regolano il nostro universo. Nella frazione di secondo che trasformò l’uno in una moltitudine di frammenti, l’enorme quantità di calore che si sviluppò trasformò l’energia in materia e antimateria, in parti uguali. Poi ad ogni incontro delle due, enormi esplosioni riempirono lo spazio che si andava creando e quelle si neutralizzavano per scomparire, solo che… una minuscola parte sfuggiva alla distruzione e costituiva la materia che avrebbe formato le stelle e i buchi neri, i quark, che si sarebbero riuniti a formare i protoni, gli elettroni e i neutroni; da questi sarebbero nati gli atomi e le molecole per creare gli elementi.
Nel caos si disegnarono le acque, i continenti, gli alberi, ogni filo d’erba, i tramonti, la brezza e le tempeste, le stagioni, i microbi, gli animali, l’uomo, la pace, la guerra, tutto quello che è esistito e che esisterà…”
Il Big Bang ha creato lo spazio ed il tempo 13.8 miliardi di anni fa. In basso una foto che descrive lo sviluppo dell’Universo dopo
l’esplosione.