MONTRÉAL – Era il 1955, sul finire dell’adolescenza, che a mio avviso è il periodo più bello della nostra vita, e cioè la giovinezza. Quest’età è veramente un tesoro inestimabile, perché non a caso tutto ciò che si fa non è altro che lo sprigionamento di una gioia indescrivibile. In questo magico periodo, infatti, si fanno le prime scelte amorose.
Ebbene, queste figure di ragazzi che vedete incorniciate nella foto sono i miei cari amici dell’epoca, ragazzi che condividevano l’amore per il calcio. Sono stato veramente fortunato: con loro ho vissuto gli anni più belli della mia gioventù. Erano ragazzi eccezionali, non solo sul campo verde, considerati dei veri funamboli della sfera di cuoio, ma altrettanto nella vita per i valori che possedevano: educazione, gentilezza e signorilità.
Ebbene, frugando tra i miei ricordi, alla vista di questa foto, sono rimasto più che commosso al solo pensare che il nostro Signore mi aveva regalato queste perle di amicizia e che ora molti di loro ci guardano dal cielo. Senza peccare di presunzione, eravamo veramente bravi a giocare, infatti il nostro valore era alla pari di tante belle squadre Molisane. Il nostro capitano è stato sempre Vincenzo D’Attilia, un ragazzo dal fisico mastodontico, una vera roccia: con lui in difesa si giocava un po’ più spensierati.
Vincenzo, nel corso della sua vita calcistica, oltre ad onorare noi amici, ha onorato soprattutto la sua famiglia, giocando nella prima squadra di Larino che allora era piuttosto forte. Essendo stato un mio compagno d’infanzia e di giochi, lo ricordo con grande piacere. Giocare a pallone negli anni bui della guerra era un previlegio. Per questo, amo ricordare questi amici segnalando i loro nomi. Da sinistra, in piedi: Vigliotti, il Sottoscritto, D’Attilia, Silvano, Kubler, Marrone. In basso, da sinistra: Vairano, Zollino, Toro, Potena, Amoroso.
-Pardo Di Liello