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Harper lascia la vita politica

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Ottawa – Era nell’aria già dalle ultime elezioni federali, ma adesso è praticamente ufficiale: Stephen Harper, ex leader conservatore e 22º Primo ministro del Canada dal 6 febbraio 2006 al 4 novembre 2015, non sarà più deputato a Parliament Hill. La data precisa non è ancora certa, ma – secondo l’autorevole ‘The Globe and Mail’ – Harper, che è sempre stato un leader freddo e schivo, ma ambizioso e intransigente, non risponderà all’appello in occasione della riapertura della sessione autunnale della Camera dei Comuni, in programma il prossimo 19 settembre. Secondo quanto riferito da uno dei collaboratori più stretti dell’ex Primo Ministro, Harper concentrerà i suoi sforzi professionali nel mettere in piedi un istituto di ricerca focalizzato sullo studio delle relazioni internazionali. “Più che mai, oggi il Canada ha bisogno di un Partito Conservatore forte”, ha detto giovedì scorso, 26 maggio, nel corso del suo ultimo discorso davanti ai militanti del Partito Conservatore riuniti in congresso a Vancouver. È stata la prima ‘uscita pubblica’ di Harper dopo la batosta del 19 ottobre, quando i liberali di Trudeau hanno stravinto le elezioni federali. Nei mesi successivi, infatti, Harper non ha preso la parola in nessuno dei dibattiti parlamentari, chiudendosi in un ‘religioso silenzio’. Per 20 minuti, l’ex Premier ha passato in rassegna i 10 anni di governo, chiedendo ai militanti di prepararsi a tornare alla guida del Paese: “Siamo il partito della pace costituzionale”, ha sottolineato. “Dobbiamo essere fieri di quanto fatto”, ha poi aggiunto. Harper ha quindi rivolto un appello anche agli attivisti conservatori della Belle Province. “Non ricordo l’ultima volta in cui il partito conservatore ha eletto così tanti deputati in Québec, pur stando all’opposizione”. A precederlo sul palco, qualche minuto prima, era stata la leader ad interim del PCC, Rona Ambrose, che ha illustrato i successi del suo precedessore, soprattutto sul piano economico. I conti in ordine, la diminuzione della pressione fiscale e l’equilibrio di bilancio rappresentano i fiori all’occhiello dell’era Harper, così come lo ‘spegnimento’ delle ultime velleità separatiste del Bloc québécois, partito ormai marginale in Parlamento. (V.G.)

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