Circa un anno fa, nella mia rubrica mensile, ho scritto che l’incremento della produttività è strettamente correlata alla crescita del nostro tenore di vita e che la modesta produttività del Canada avrebbe compromesso la possibilità, per le generazioni future, di beneficiare della stessa crescita economica di cui godono le generazioni odierne.
Meno di quattro mesi fa, il dottor Andrew Sharpe del “Center for the Study of Living Standards” ha condiviso la mia posizione e, nel corso di un’audizione alla Commissione Banche, Commercio ed Economia, ha attestato che “la crescita della produttività è l’unica fonte sostenibile per incrementare il tenore di vita dei Canadesi”.
Proprio la scorsa settimana, la stessa Commissione ha reso pubblico un rapporto dal titolo “Lo stato dell’economia canadese e l’inflazione”, in cui riportiamo le testimonianze di esperti come David Dodge, l’ex Governatore della Banca del Canada, anch’egli dell’avviso che la crescita della produttività canadese sia piuttosto debole. Secondo il suo punto di vista, la digitalizzazione, la robotizzazione e un maggiore utilizzo dell’intelligenza artificiale possono contribuire ad aumentare la produttività in Canada, sia nel settore dei beni che in quello dei servizi. Tuttavia, per riuscirci, il Canada deve trovare il modo di stimolare maggiori investimenti da parte delle imprese nazionali e straniere.
Come indichiamo nel nostro rapporto, c’è un ampio consenso sul fatto che gli investimenti delle imprese rappresentino un importante vettore di produttività e, cosa forse ancora più importante, del tenore di vita della popolazione. Jean-François Perrault, Vicepresidente senior di Scotiabank, ha spiegato alla nostra Commissione che il governo dovrebbe concentrarsi su politiche che aumentino la concorrenza e migliorino la produttività del Canada, per aiutare le aziende canadesi a competere e a trarre vantaggio dai mercati internazionali.
Come indicato di recente da un rapporto Deloitte, “sebbene la nozione di business o competitività economica sembri spesso riferirsi all’aumento dei ricavi o dei profitti delle aziende, in realtà è la fonte primaria di un miglioramento del tenore di vita dei Canadesi”.
Nonostante poi non si riveli la panacea per aumentare il tenore di vita di tutti, ho spesso sostenuto che gli investimenti aziendali possono avere ricadute economiche e sociali positive. Come ha sottolineato il dottor Sharpe, anche se il Canada sembra godere di un clima imprenditoriale positivo, i governi non possono costringere le imprese a investire; sono le aziende, piuttosto, che devono intravedere l’opportunità di voler investire. In questo momento, la realtà sembra indicare che gli imprenditori e gli investitori non stanno al passo con le altre giurisdizioni per quanto riguarda l’iniezione del capitale necessario nelle loro aziende e, allo stesso modo, nella busta paga dei loro dipendenti.
In realtà, secondo il Dr. Sharpe, “dal 2000 ad oggi la crescita aggregata della produttività del lavoro in Canada è stata di circa l’1% all’anno”, un dato ben lontano dalla media del 3% registrata nei tre decenni successivi alla Seconda Guerra Mondiale. È evidente che il tenore di vita sta progredendo ad un ritmo molto più lento rispetto al passato. Questa situazione deve cambiare e la domanda che ci si pone è la seguente: quali ulteriori opportunità, o incentivi, sono necessari per attrarre e stimolare maggiori investimenti aziendali, allo scopo di contribuire a migliorare il nostro tenore di vita?
La risposta non è semplice e certamente non è univoca. Alcuni chiedono una riduzione delle tasse sul capitale per rendere più attrattivi gli investimenti. Ciò favorirebbe l’innovazione e l’automazione, due componenti fondamentali della crescita economica e della produttività.
Altri, come Kevin Page, il primo vero ‘Parliamentary Budget Officer’, incoraggiano il governo a guardare alla regolamentazione e al suo ruolo come strumento politico fondamentale per strutturare i mercati. Affrontare il contesto normativo canadese, spesso criticato, è considerato da molti come una minaccia all’efficienza economica e alla produttività. Secondo Deloitte, “un regime normativo che protegga l’interesse pubblico con il minor impatto economico possibile e che faciliti lo sblocco del progresso tecnico, fornirebbe al Canada un vantaggio competitivo sui mercati mondiali e sosterrebbe, allo stesso tempo, una crescita economica sostenibile ed inclusiva”.
Quando è intervenuto davanti alla nostra Commissione, il Dr. Jack Mintz, Professore di Economia all’Università di Calgary, ha spiegato che le politiche normative federali e provinciali, in materia di autorizzazioni e permessi, hanno un effetto negativo sulla produttività del Canada, sottolineando che tutto questo sarà di particolare importanza durante la transizione energetica del Canada.
Come abbiamo anticipato nel nostro rapporto, i bilanci attuali e futuri devono affrontare i prolungati problemi degli investimenti in Canada e la nostra competitività all’estero, senza inasprire le forze di mercato che continueranno a far salire l’inflazione. Per fortuna, la nostra Commissione sta iniziando un nuovo studio per far luce sul contesto degli investimenti delle imprese in Canada. Ispirati dalle testimonianze ricevute negli ultimi mesi, i Senatori hanno convenuto che si tratta di una questione cruciale, in particolare in un mondo post-pandemia in cui la concorrenza internazionale è più aggressiva che mai e in cui l’aumento dei tassi di interesse e dell’inflazione sta influendo sulla crescita economica, rendendo la vita sempre più difficile per molti Canadesi.