Premio Nobel per la chimica nel 1963 assieme al tedesco Karl Ziegler, Giulio Natta è stato il più grande chimico del secolo scorso. Con lui inizia la collaborazione tra scienza e industria. Fu attraverso l’utilizzazione dei fondi messi a sua disposizione dalla Montecatini che la sua grande invenzione ebbe un successo mondiale.
Giulio Natta nacque a Porto Maurizio, adesso Imperia, il 26 febbraio 1903. Dalla laurea all’insegnamento e agli studi scientifici, la sua vita si svolse tra Genova, Torino e Milano dove rivestì importanti cariche al Politecnico che, insieme all’Istituto di Chimica Industriale, diventò l’Università più prestigiose d’Europa.
Giovanissimo, attuò la sintesi del metanolo a partire dall’idrogeno, monossido di carbonio e anidride carbonica; negli anni venti aveva messo a punto un nuovo processo in competizione con la BASF che aveva il monopolio assoluto sul metanolo industriale.
Studiò le scoperte di Karl Ziegler, che aveva ottenuto il polietilene sintetizzando le molecole di etilene con dei catalizzatori per la polimerizzazione. Giulio Natta sperimentò nuovi catalizzatori che favorivano la formazione di propilene in una struttura molto ordinata, ottenendo quello che la Montecatini commercializzò col nome di Moplen. Era il marzo del 1953 e a Milano fu sintetizzato il primo prodotto di polipropilene isotattico. Seguì un successo scientifico, industriale e commerciale enorme: iniziò l’era della plastica. I prodotti di Ziegler e di Natta raggiunsero una produzione mondiale di 250.000 tonnellate nel 1962.
Mentre l’Italia subiva gli effetti delle vicende che sconvolsero il paese e tutto il mondo, Natta mantenne un atteggiamento apolitico, concentrandosi soprattutto sulla ricerca pura dei meccanismi di polimerizzazione per ottenere la gomma sintetica e nello steso tempo, collaborando con l’industria per la produzione dei suoi prodotti.
All’età di 43 anni aveva raggiunto una fama internazionale e partecipò attivamente alla ricostruzione dell’Italia, distrutta dalla guerra. Nel 1946 fu creato il Consiglio Nazionale di Ricerca (CNR), che diede una spinta notevole all’economia italiana
Oggi non c’è un prodotto che non usi la plastica. Esempi di oggetti fatti con questo materiale sono i contenitori per alimenti, le corsie galleggianti delle piscine, l’erba sintetica, imballaggi, bottiglie, contenitori, macchine, parti di aerei, imbarcazioni… E non c’è un posto in cui non si trovino tracce di questa straordinaria invenzione.
Purtroppo, come accade per tutte le grandi invenzioni, l’essere umano non riesce a controllare l’uso di tali prodotti in modo ragionevole e ci troviamo a fronteggiare un inquinamento mondiale di acqua, terra e aria a causa dell’uso inappropriato della plastica.
Troviamo particelle di plastica in ogni prodotto e sappiamo bene come gli oggetti “usa e getta” stanno distruggendo gli oceani e la terra. Nel 2019 sono stati prodotti 9,49 miliardi di tonnellate di plastica!
Non c’è da meravigliarsi se la direttrice della ricerca del dipartimento di chimica all’Università di Catania abbia scoperto tracce di plastica micronizzata nel suo sangue. Tutto quello che mangiamo può contenere microplastica, persino l’aria che respiriamo è inquinata.
La Plastica e un grande scienziato Italiano… Forse un giorno riusciremo a capire come utilizzare i nuovi prodotti prima che diventino bombe ambientali.
Giulio Natta morì a Bergamo nel 1979.