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Giù le mani da “La Giostra dei Gol”

L’editoriale di Basilio Giordano

“Ogni domenica mattina, mentre preparo il caffè, accendo la tv e mi sintonizzo su Rai Italia: la giornata di Serie A raccontata dalla ‘Giostra dei Gol’ mi fa sentire a casa e mi trasmette un nonsoché di familiare e di rassicurante. È la stessa routine da bambino: non sarebbe domenica senza la Giostra dei Gol”. Sono le parole di Antonio, Italo-Canadese di seconda generazione, nato e cresciuto a Montréal, orgogliosissimo delle sue origini italiane. Un senso di appartenenza che Antonio coltiva ogni giorno parlando, leggendo, vestendo, guidando, mangiando, bevendo, cantando (ecc…) italiano. E poi, la domenica, seguendo “La Giostra dei Gol” e, in particolare, guardando le partite della Roma, la sua squadra del cuore. Un rito irrinunciabile e imprescindibile che, negli anni, ha plasmato la sua identità Italo-Canadese. Rafforzando il legame – forte, profondo e antico – con la sua seconda patria, l’Italia. Ci sono legami esistenziali che vanno oltre i meri calcoli economici contingenti, che trascendono gli accordi commerciali più convenienti, che superano le strategie di mercato più attraenti. Ci sono legami che uniscono generazioni e annullano le leggi fisiche dello spazio e del tempo. Ci sono legami indissolubili che uniscono i cuori pulsanti di due Italie, quella dentro e quella fuori i confini nazionali. Proprio come fa da anni “La Giostra dei Gol”, programma tv che ogni domenica fa compagnia agli Italiani nel mondo, raccontando il calcio di Serie A su Rai Italia. Trasmissione molto popolare, che ogni fine settimana intrattiene oltre cinquanta milioni di telespettatori nei quattro angoli del pianeta, a casa come nei bar. Promuovendo il calcio, lo sport nazional-popolare per eccellenza, seguito dagli italiani nel mondo con la stessa passione che ci mettono gli Italiani in patria. Tra battute e sfottò, in un clima goliardico, lo stesso che si respira nel Belpaese. Perché la fede calcistica non ha confini e non conosce età. Programma di successo che ancora oggi riesce ad aggregare gli italiani all’estero in nome della passione per il pallone. Tanto che spesso è riuscito pure a coinvolgerli in diretta, attraverso collegamenti audio-video da ogni dove. Programma senza tempo, che l’anno prossimo rischia di scomparire dal palinsesto di Rai Italia, ovvero il servizio pubblico per l’estero, canale per cui gli italiani nel mondo spesso pagano una cifra aggiuntiva per averlo a disposizione nel proprio abbonamento. E questo perché, secondo quanto denunciato da ‘Gente d’Italia’ (quotidiano italiano in Uruguay) nei giorni scorsi, “la Lega Calcio avrebbe provveduto alle assegnazioni dei diritti tv per l’estero, senza prevedere la possibilità per la RAI di trasmettere le immagini della Serie A. (…). Il tutto perseguendo mere logiche di mercato e determinando in tal modo il rischio concreto che il programma sia definitivamente chiuso”. La politica è già insorta, con dichiarazioni e interrogazioni parlamentari bipartisan. Da più parti è stato invocato l’intervento del Presidente del Consiglio Draghi e quello del Presidente della Repubblica Mattarella. Il Cittadino Canadese si schiera a spada tratta a difesa de “La Giostra dei Gol”, che ogni domenica trasmette emozioni e promuove il Made in Italy, parlando un linguaggio semplice, popolare e diretto, quello del calcio. Che, all’estero come in Italia, rappresenta un patrimonio di valori e fa parte, a tutti gli effetti, della nostra cultura e della nostra storia. Promuovendo la Serie A, Rai Italia promuove il Made in Italy, rafforzando il senso di appartenenza degli italiani sparsi in tutto il mondo. Senza calcio, perde la Rai, ma perde soprattutto la cultura italiana. Gli italiani del mondo saranno costretti ad abbonarsi a piattaforme alternative non italiane: in qualche modo continueranno a seguire le gesta della squadra del cuore, anche se con la telecronaca in inglese, francese o spagnolo. Indebolendo, nel lungo periodo, una passione atavica, a discapito della stessa lingua italiana. E senza lingua, si sa, anche la cultura è destinata a spegnersi. C’è un solo modo per non violare l’amore degli italiani nel mondo per l’Italia: confermare anche per la prossima stagione calcistica “La Giostra dei gol”, in nome della passione, della cultura, del Made in Italy e della Lingua Italiana. Tutto il resto sarebbe un compromesso al ribasso che sacrificherebbe la Cultura sull’altare del Dio Denaro. Un compromesso inaccettabile, da scongiurare a tutti i costi. Lo dobbiamo ai 6 milioni di italiani con passaporto ed ai quasi 80 milioni di origine, che ogni giorno promuovono la cultura tricolore nel mondo. Una promozione, la loro, spontanea, genuina, che non ha prezzo.

Investiamo su di loro, sul loro amore incondizionato per l’Italia e la sua cultura. Non togliamogli la passione per il calcio e le sue meravigliose emozioni. 

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