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Ghiacciaio dei Forni, da metà luglio tasso elevato di fusione

(Adnkronos) – Nuovo campanello d’allarme dal ghiacciaio dei Forni, il secondo più grande d’Italia situato nel cuore del Parco nazionale dello Stelvio, in Lombardia: da quasi un mese, ossia dalla seconda settimana di luglio ad oggi, con l’arrivo dell’anticiclone africano, il ghiacciaio dei Forni è in fusione giorno e notte con un elevato tasso di fusione che va dai 4 agli 8 cm al giorno di ghiaccio fuso a quota 2650 e 2600 m, con una perdita totale di spessore che nelle aree frontali si avvicina ai 2 metri.  

A fare il punto è Carovana dei ghiacciai 2024, la campagna internazionale di Legambiente dedicata al monitoraggio dei giganti bianchi, in collaborazione con Cipra Italia e la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano, con partner sostenitori Frosta, Sammontana, Fpz, partner tecnico Ephoto, media partner La Nuova Ecologia e L’Altra Montagna, che ha anticipato quest’anno la partenza della sua campagna, in programma dal 18 agosto al 9 settembre, con un’anteprima speciale proprio sul ghiacciaio dei Forni, insieme all’Università degli studi di Milano e nell’ambito di Puliamo il mondo (campagna storica di volontariato ambientale di Legambiente).  

A pesare sulla capacità di resistenza del ghiacciaio dei Forni – spiega Legambiente – i forti contrasti meteorologici che hanno segnato questo 2024, con abbandonanti e tardive nevicate arrivate sulle Alpi, elevate temperature estive e temperature notturne, che in particolare sul ghiacciaio dei Forni, dalla seconda settimana di luglio non sono mai andate sotto lo zero. La fronte del ghiacciaio è, inoltre, ancor più ricoperta di detrito e black carbon, scura, con riflettività inferiore al 15%. È l’effetto del darkening, scurimento del ghiaccio a causa delle deposizioni atmosferiche e dei crolli in roccia. Inoltre, i sedimenti raccolti alla fronte del ghiacciaio dei Forni presentano tuttora elevate concentrazioni di piombo, probabilmente dovute alla grande quantità di detriti bellici presenti sul ghiacciaio. L’elevata fusione del ghiacciaio ha riportato alla luce, proprio a luglio, anche un ordigno inesploso risalente alla Prima Guerra Mondiale trovato alla base della stazione meteo Unimi Esp.  

Oltre agli ordigni bellici e ad altri reperti, salendo in quota a volte ci si imbatte anche in rifiuti abbandonati di ‘ieri e oggi’, perlopiù macroplastiche legate a packaging alimentare come è emerso sia dalla giornata di Clean Up in quota realizzata da Carovana dei ghiacciai di Legambiente, nell’ambito di Puliamo il Mondo, in occasione dell’anteprima sul ghiacciaio dei Forni, sia dai monitoraggi dell’Università di Milano fatti ad agosto 2021 e nel 2022.  

Più nel dettaglio, nel corso dell’attività di Clean up in quota, effettuata da Carovana dei ghiacciai e dai volontari che hanno partecipato all’iniziativa nell’ambito di Puliamo il Mondo lungo i due sentieri che portano al ghiacciaio dei Forni, sono stati trovati circa 150 rifiuti tra fazzoletti di carta, bottiglie di plastica, macroplastiche relative al packaging alimentare, sigarette, pezzi di attrezzatura tecnica, ma anche alcuni pezzi di ferro. Rifiuti, in sintesi, di ogni genere e tipo. Salendo più in alto, la fusione dei ghiacciai sta riportando alla luce anche ‘rifiuti di ieri e tracce del passato’ legate ai conflitti mondiali combattuti ad alta quota. Dagli ordigni bellici, come quello ritrovato a luglio, agli oggetti di uso quotidiano dei militari dell’epoca, come un pentolino.  

“Con questa anteprima di Carovana dei ghiacciai 2024 pensata nell’ambito di Puliamo il Mondo – dichiarano Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, e Vanda Bonardo, responsabile della campagna Carovana dei ghiacciai di Legambiente e presidente di Cipra Italia – vogliamo anche sensibilizzare le persone sul tema dell’abbandono dei rifiuti in montagna, una cattiva abitudine che non risparmia neanche le Alpi e gli Appennini e le cime più alte del mondo, gli ottomila. In montagna bisogna camminare senza lasciare tracce alle proprie spalle, mantenendo comportamenti virtuosi, sostenibili e responsabili in ogni contesto, da quello montano a quello urbano, come ribadiamo ogni anno anche con Puliamo il Mondo la nostra campagna di volontariato ambientale coinvolgendo le persone in attività di pulizia. E questa volta partiamo proprio dalla montagna, con un’attività di clean up in quota, senza dimenticare che l’altro grande pericolo è rappresentato dalla crisi climatica che avanza come è emerso dai dati sul ghiacciaio dei Forni, e che racconteremo nell’edizione 2024 di Carovana dei ghiacciai in programma dal 18 agosto al 9 settembre con sei nuove tappe”.  

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