Questo titolo potrebbe sorprendervi. Vi assicuro che non si tratta di stabilire se l’atto di fumare sia diventato un reato. Chi fuma può stare tranquillo: il governo non renderà mai il fumo un reato. E per una ragione molto semplice: non può permetterselo! Al giorno d’oggi, molti governi mantengono la loro popolarità e il loro potere offrendo ad alcuni cittadini (raramente a tutti i cittadini) benefici sempre più dispendiosi, che vengono pagati con tasse sempre più costose per coloro che devono pagarle. Pertanto, sono proprio le tasse sul tabacco a consentire ai governi di spendere, dando l’illusione di generosità con i soldi degli altri. Se la gente smettesse di fumare, i governi accetterebbero di ridurre le loro spese e di rischiare di veder diminuire la loro popolarità? Basti pensare che la METÀ del prezzo di un pacchetto di sigarette finisce nelle casse dello Stato sotto forma di tasse. Le aziende produttrici di sigarette sanno, quindi, due cose: ci saranno sempre abbastanza fumatori (perché la nicotina crea dipendenza) e i governi si assicureranno di non vietare mai la possibilità di fumare. La legge fa due cose. Innanzitutto, il governo canadese impone che sempre più messaggi e immagini appaiano sui pacchetti di sigarette. Eppure la gente continua a fumare e i giovani cominciano, malgrado tutto, a fumare. Queste immagini disgustose fanno più effetto sulle persone che non fumano. In questo senso, la strategia del governo non ha alcun impatto su chi continua a fumare; e disturba, invece, chi ha già scelto di non fumare. Che utilità ha, allora, l’obbligo di apporre immagini ripugnanti sui pacchetti di sigarette? Non lo sappiamo perché non si fa nulla per scoprirlo. La legge fa un’altra cosa per contrastare il fumo, vietando di fumare in determinati luoghi. Va da sé che questo divieto ha l’effetto di ridurre la quantità di sigarette fumate. Se una persona, ad esempio, non può fumare su un aereo durante un volo di undici ore, le sigarette che sarebbero state fumate, se la persona fosse stata nel proprio giardino, sono sigarette che non verranno fumate. I proprietari di ristoranti e bar vi diranno che vengono regolarmente controllati dagli ispettori per assicurarsi che nessuno fumi nei loro locali.
Che dire, invece, di un attore di un film, o di un’opera teatrale? Il divieto di fumare in teatro è chiaro. In un teatro è proibito fumare. Cosa fanno, allora, gli attori che interpretano il ruolo di un personaggio che fuma? Apprendiamo che, quando fumano in sala, questi attori infrangono la legge. In alcuni casi, usano sigarette finte che danno l’impressione che stiano fumando, quando in realtà non sono fatte di tabacco. In altri casi, viene invocata la libertà artistica per giustificare la violazione di legge, anche se questa è piuttosto chiara. Che cosa fa il governo di fronte a queste palesi infrazioni della legge? Attraverso i suoi ispettori, emette delle contravvenzioni e porta i teatri in tribunale affinché possano essere sanzionati con delle ammende. Questo metodo funziona? NO. Analizziamo il caso di tre teatri di Quebec City e la sentenza del tribunale. Prima di tutto, è importante mettere le cose in prospettiva : da qui il richiamo, all’inizio dell’articolo, del conflitto di interessi in cui si trovano i governi. Le sigarette causano dei decessi, ma allo stesso tempo finanziano le promesse del governo per restare popolari. Gli sceneggiatori e i teatri che hanno messo in scena le tre opere sapevano che la legge proibisce di fumare all’interno di un teatro e hanno fatto rispettare il divieto a tutti. Tuttavia, hanno ritenuto che le scene in cui era presente un fumatore dovessero contenere una vera sigaretta accesa e questo per trasmettere la drammaticità di ogni situazione. Il giudice di primo grado li ha ritenuti colpevoli di aver violato il divieto di fumo in un teatro. Il giudice si è fatto convincere dal fatto che in una rappresentazione teatrale non si uccide nessuno realmente. In appello, però, un giudice diverso ha ricordato un’importante distinzione. Un atto di violenza contro un essere umano non è mai considerato una forma di espressione accettabile. Nel caso della scena teatrale in cui gli attori fumavano non c’era violenza : si trattava piuttosto di artisti che fumavano delle vere sigarette per esprimere un messaggio. In altre parole, la trama di ciascuna delle tre opere teatrali mirava a comunicare un’idea (dolore, angoscia, disperazione) allo spettatore. Le sigarette non venivano fumate per il piacere di farlo. Questa sensazione spetta ai fumatori e ai governi che riscuotono le tasse.