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Floridi (esperto media e tlc): “Troppa pirateria in streaming, positivo incontro Dazn al Mise”

I vertici di Dazn incontreranno il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti per discutere dello stop – prima ipotizzato, poi perlomeno rinviato – alla condivisione degli abbonamenti da parte della piattaforma titolare dei diritti tv della Serie A. L’intervento del governo è “molto positivo perché ora, vista la mole degli investimenti e delle connessioni, di contrastare in maniera ferma la pirateria: ciò che è illecito offline lo è anche online, come ha detto il premier Draghi alla vigilia del G20”, ha spiegato Emanuele Floridi, consulente di calcio, media e tlc a Milano Finanza. “Credo che Dazn abbia valutato di escludere il doppio accesso per un utilizzo errato e fraudolento da parte di alcuni utenti. Stiamo parlando di oltre 500 mila accessi errati: un conto è fruirne nella stessa abitazione o nucleo familiare, un altro è vendere o distribuire su Telegram e simili il codice, danneggiando il prodotto-calcio oltre che la piattaforma che ha comprato i diritti”, ha proseguito. 

Se l’Italia era pronta o meno alla svolta streaming del calcio “solo fra qualche anno capiremo la portata della rivoluzione digitale in corso. L’avvento delle smart tv, grazie agli incentivi del Mise e allo sbarco del calcio su Dazn, sta portando televisori connessi quasi nel 50% delle case degli italiani. Manca però una cultura digitale ed è ora di rendere più consapevoli gli utenti”, ha sottolineato Floridi, secondo il quale l’esperienza Dazn sarà utile per il lancio del canale di Serie A. “La realizzazione del centro broadcasting di Lissone, frutto del buon lavoro dell’adLuigi De Siervo e di un’intuizione innovativa di Marco Bogarelli, getta le basi per rendere la Lega autonoma nel confezionare un proprio canale tematico che, come emerso più volte, richiederebbe anche un ammodernamento della Legge Melandri alla luce dell’enorme salto tecnologico. Si dovrebbe centralizzare la produzione per avere maggiore uniformità e controllo delle immagini, centralizzare gli archivi per realizzare speciali e approfondimenti e magari, come in Spagna, allungare il periodo della vendita dei diritti nazionali ed esteri per agevolare la programmazione dei broadcaster”. 

“Il mondiale biennale immaginato dalla Fifa? Siamo troppo schiacciati da questa sfida tra Uefa e Fifa, molto sentita qui in Europa. La Fifa è l’organismo mondiale del calcio e quando progetta e propone modifiche lo fa con un occhio che vede tutto il mondo. Penso che una razionalizzazione e un maggior sfruttamento dei vari calendari sia utile in questa fase: ormai sono oltre 100 anni che ci muoviamo con questo schema, con questa velocità gli spazi che il calcio mondiale lascia liberi saranno a breve occupati da altri. Il calcio è uno sport sì, ma anche un business dell’intrattenimento, se si proponesse un mondiale ogni due anni e in Europa un Europeo ogni due anni, ci sarebbe una crescita esponenziale di pil per i Paesi ospitanti e soprattutto di maggior ricavi da distribuire tra le varie Federazioni e Leghe, creando un nuovo valore per tutti”, ha spiegato Emanuele Floridi, esperto e consulente di calcio, media e tlc. “Si valorizzerebbero tutti gli asset (calciatori) e il prodotto diventerebbe ancora più centrale per tutti gli investitori, si ottimizzerebbero le soste dei campionati con solo due finestre all’anno, senza effetto spezzatino come in questi ultimi anni”, ha aggiunto. 

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