MONTRÉAL – Lo sapevate che i sotterranei di Montréal si sono trasformati in una galleria d’arte? La 17ª edizione del Festival Art Souterrain, in corso fino al 6 aprile, trasforma i cunicoli e gli spazi sotterranei della città in una vivace esposizione di arte contemporanea. Organizzato dalla no-profit Art Souterrain, l’evento mira a rendere l’arte accessibile a un pubblico sempre più vasto, creando un dialogo tra cultura, spazio pubblico ed espressione artistica. Il tema di quest’anno è HABITAT, inteso non solo come spazio abitativo, ma anche come concetto che esplora le sfide sociali e ambientali, invitando a riflettere su come progettiamo e viviamo gli spazi, considerando anche le relazioni e la fiducia che costruiamo nei luoghi che abitiamo. I curatori Geneviève Thibault ed Eric Millette propongono due visioni contrastanti del tema attraverso il lavoro di 11 artisti selezionati per l’occasione. Millette interpreta l’habitat come un ambiente che unisce creatività, sostenibilità e inclusione, riflettendo i valori di una società più consapevole e aperta al cambiamento. Thibault, invece, lo concepisce come qualcosa che va oltre lo spazio fisico, un’entità in continua evoluzione plasmata dalle esperienze intime e collettive delle persone. Dopo aver contestualizzato il festival, vediamo ora come si sviluppa nel dettaglio. Il percorso espositivo si articola in due itinerari: uno sotterraneo e uno urbano. Il percorso sotterraneo si snoda tra il World Trade Centre Montréal e Place Ville Marie. Il viaggio nell’arte inizia all’uscita della stazione metro Square Victoria, dove si possono ammirare le opere del fotografo australiano Andrew Rovenco. Con la sua serie fotografica, l’artista esplora la stranezza del nostro mondo e la straordinaria capacità dei bambini di reinventarlo. Proseguendo, si salgono le scale per entrare nel World Trade Centre Montréal. Qui, al piano mezzanino, si trova il punto di accoglienza del festival, aperto tutti i giorni dalle 11:00 alle 17:00, insieme a una sala espositiva che ospita le opere di tre artisti: Guillaume Brisson-Darveau, Hrista Stefanova e Daniel Gillberg (gli ultimi due emergenti). Ritornando al piano terra, proprio di fronte alla Fabrique du Bagel, si accede a un corridoio dove è esposta la serie Out My Window dell’artista newyorkese Gail Albert Halaban. Le sue fotografie catturano momenti di vita intima attraverso le finestre di edifici urbani, offrendo uno sguardo discreto e poetico sulle esistenze altrui. Proseguendo lungo il corridoio, superato il frammento del muro di Berlino, si scendono le scale per continuare la visita, immergendosi ancora di più nell’universo artistico del Festival Art Souterrain. In sequenza troverete le opere di Eric Tschaeppeler, Isabelle Hayeur, BANNS, Éloi Perreault, Barbara Iweins, Céline Lecomte e Jeanne Castonguay-Carrière, che affrontano vari temi legati all’habitat, come le dinamiche familiari, l’architettura residenziale, il consumismo, la rappresentazione della natura e la crisi climatica.
Proseguendo lungo il percorso, si arriva all’opera di Manon Chamberland ed Eva Kaukai, che rappresenta la casa attraverso i tradizionali canti di gola del Nunavik. Salendo le scale e alzando lo sguardo, ci si imbatte nell’installazione di Oli Sorenson, che invita a riflettere sulla concezione di “casa” mettendola a confronto con la realtà dell’itineranza. Proseguendo ancora, si incontra il lavoro di Caroline Hayeur, che esplora i comportamenti umani durante il sonno. Gli ultimi due artisti di questa sezione, Denise Zmekhol e Samuel St-Aubin, affrontano tematiche legate all’abitazione e alle memorie domestiche. Il viaggio continua a Place Ville Marie, dove sono esposte le opere di Caroline Monnet, Asmund Havsteen-Mikkelsen, Maria Prymachenko, Jacynthe Carrier e Blandine Soulage. Ciascuno di loro offre una prospettiva unica sulla casa, sui materiali che la compongono, sull’identità e sulla relazione tra il corpo e lo spazio urbano.
Questa è solo una breve descrizione del percorso sotterraneo. Per approfondire il significato delle opere e vivere un’esperienza più immersiva, vi consiglio di partecipare a una delle visite guidate disponibili nei fine settimana. Oltre al percorso sotterraneo, quest’anno il festival propone anche un itinerario urbano, che invita a riflettere sulle tematiche trattate attraverso una serie di installazioni in vari spazi-partner, tra cui anche l’Istituto Italiano di Cultura. Non vi resta che vivere questa straordinaria esperienza artistica!