(Adnkronos) – “E’ estremamente importante poter disporre di uno strumento sicuro, efficace, salvavita, che riduce drasticamente, del 90%, i ricoveri ospedalieri per la malattia da virus respiratorio sinciziale (Rsv)”. Così Alberto Villani, coordinatore Area Pediatria universitaria ospedaliera dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, commenta all’Adnkronos Salute i risultati dello studio (MK-1654-004) di fase 2b/3 su clesrovimab diffusi da Msd. “L’anticorpo monoclonale” preventivo sperimentale contro l’Rsv “è veramente uno strumento meraviglioso perché riesce, senza effetti collaterali, a proteggere in modo specifico, sicuro e per una lunga durata di tempo da una malattia particolarmente grave dei primi mesi di vita, la brochiolite, che può richiedere ospedalizzazione e anche la necessità di cure intensive per vari giorni, oltre a causare, in rari casi, anche la morte”.
La patologia, infatti, “comporta un impatto significativo sulla famiglia, ma anche per le attività ospedaliere e per tutto il Servizio sanitario nazionale. Quando il pronto soccorso è affollato – illustra Villani – come del resto i reparti, perché ci sono moltissimi bambini con bronchiolite, si ha difficoltà nell’accogliere i piccoli che hanno altre patologie, magari anche importanti, perché i posti in terapia intensiva sono occupati da quelli con bronchiolite””. Inoltre “avere una malattia che colpisce in maniera così importante l’apparato respiratorio, che è ancora in formazione – lo sviluppo completo del polmone avviene addirittura in età adolescenziale – ha ripercussioni nell’acuto, nel medio e nel lungo termine. Nel caso della bronchiolite è dimostrato che i bambini affetti da forme gravi hanno poi una maggiore incidenza di patologie respiratorie durante l’infanzia, di asma” e, come è ormai assodato, “nell’adulto e nell’anziano di broncopreopatia cronico-ostruttiva (Bpco)”.
Proprio per “i risultati così incoraggianti dello studio – sottolinea Villani – ci auguriamo che il farmaco sia disponibile, nella prossima stagione, nel 2025, ma molto più verosimilmente, dovremmo aspettare forse un anno in più”. In ogni caso, “i candidati al trattamento sono tutti i bimbi che nascono tra metà settembre-ottobre e febbraio-marzo, cioè durante la stagionalità, quando circola l’Rsv. In passato, a causa dei costi elevati del primo monoclonale si somministrava solo sui bambini a maggiore rischio per la presenza di patologie molto gravi, ma in realtà questa infezione colpisce prevalentemente bambini sani: oltre all’80% di quelli che finiscono in rianimazione sono bimbi senza particolari fattori di rischio”.
Come dimostrano “studi su larga scala – precisa lo specialista – è importante proteggere dall’Rsv non solo i bambini sotto i 8 mesi, in cui la malattia è potenzialmente mortale o richiede la terapia intensiva, ma anche quelli sopra i 6 mesi: evitando la malattia, in prospettiva, si riduce il rischio che possano sviluppare negli anni patologie come l’asma”.
“Inoltre, se come dimostra lo studio si possono evitare il 90% dei ricoveri, nel tempo il valore può diventare 100% perché, se limitiamo la circolazione del virus, saranno veramente pochissimi i bambini a contrarlo e ancor di meno a trasmetterlo: è veramente un qualcosa di straordinariamente positivo. Soprattutto se si considerano anche i costi diretti e indiretti. Uno studio che abbiamo fatto – conclude Villani – stima, solo per la regione Lazio, risparmi per oltre 1 milione di euro l’anno”.