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Fair Play Menarini, Montali: “Insegnare a competere è un grande valore”

(Adnkronos) – “Tutti parlano della cultura sportiva, dimenticando a mio avviso che forse una delle cose più importanti è il senso della competizione: lo sport insegna a competere, e secondo me è un altro grande valore. Siamo noi che poi alla fine, quando abbiamo i nostri ragazzini in giro per i campetti, diciamo loro che non è importante partecipare, ma in realtà non è così. La vita è competizione sotto tutti i punti di vista, quindi lo sport insegna secondo me, se è gestito bene ed educato in un modo corretto, a quelli che poi sono anche i valori della vita ogni giorno, che non sono solo quelli di competere in un campo da calcio, da pallavolo, ma nella vita quotidiana al di fuori dei campi sportivi”. Lo ha detto Gian Paolo Montali, ex commissario tecnico della Nazionale maschile di pallavolo due volte campione d’Europa, vincitore della 28esima edizione del Premio Internazionale Fair Play Menarini, per la categoria “Una vita per lo sport”, parlando con i giornalisti in occasione della cena di gala a Firenze che ha aperto l’edizione 2024 del riconoscimento sportivo.  

“Ho vinto tanto, ho vinto tutto – ha continuato- quello che si poteva vincere, e anche perso tanto: credo che il passaggio della sconfitta sia propedeutico per la vittoria, io ho imparato molto di più dalle sconfitte che non dalle vittorie, perché la sconfitta mette a nudo il tuo difetto, il tuo punto debole, ti fa guardare lo specchio e ti fa dire continuamente che devi continuare a lavorare, senza trovare scuse o alibi”. “Una vita per lo sport”, parlando con i giornalisti in occasione della cena di gala a Firenze che ha aperto l’edizione 2024 del riconoscimento sportivo.  

“C’è una grande differenza tra chi fa pratica sportiva normale e chi lo fa per vincere – ha aggiunto Montali – Io purtroppo mi sono sempre occupato di fare una cosa sola, giocare per vincere, per arrivare primo: quindi considero la vittoria una cosa fondamentale, importante, però considero la sconfitta propedeutica. Senza di quella non avrei mai vinto niente. Quindi tutte le volte che ho perso sono stato male come un cane, però sono state decisive per vedere le cose su cui dovevo lavorare, migliorare, ed essere anche una persona migliore”. 

“Credo che il viatico migliore per le Olimpiadi di Parigi sia risultato che ha ottenuto la squadra femminile di pallavolo, che è una squadra di grandissimo livello, lo dimostra che adesso ha il ranking numero uno del mondo. E’ tornato ad allenarla un grande allenatore. Non diciamo niente, incrociamo solo le dita, perché la cosa che ci manca, a tutti, è una medaglia d’oro: che venga poi dal maschile del femminile, magari da tutti e due… l’importante è che arrivi la medaglia d’oro”.  

“Velasco sa come si fa a vincere, non è che perché ha 74 anni dimentica come si fanno le cose – ha aggiunto Montali – Nel mondo dello sport, in generale, quello che conta sono quei tre centimetri che passano sopra le sopracciglia, sono queste cose qua: lui è ancora molto lucido, bravo, e sono convinto che farà dare il meglio alla squadra durante le Olimpiadi di Parigi”. 

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