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ENRICO FERMI Inizio dell’Era Atomica

Enrico Fermi è stato lo scienziato italiano più importante e il più conosciuto al mondo. Le sue scoperte sul comportamento dell’atomo, quando è sottoposto ad un bombardamento con particelle neutre accelerate (neutroni), portò allo sviluppo della bomba atomica e all’energia che si può ottenere dall’esplosione. Con i suoi esperimenti cominciò l’era atomica. Cercherò di spiegare in modo semplice la fissione nucleare. L’atomo è come l’universo, composto di particelle che possiamo paragonare alle stelle e di una massa centrale che, nel caso delle stelle, è di estrema densità, il buco nero. Più semplicemente è un sistema come quello solare, con i pianeti che girano attorno al sole. Il nucleo centrale è formato da neutroni (con carica neutra), protoni (cariche positive) ed elettroni (cariche negative). Il sistema è in uno straordinario equilibrio e forma la base della materia e quindi della vita. Fermi riuscì a separare questi componenti e usò i neutroni per bombardare un atomo, innescando una reazione a catena con uno sviluppo di energia. Controllando questa reazione, si può ottenere la bomba atomica e l’energia nucleare. Il decomporsi della struttura atomica origina la fissione nucleare che è l’opposto della fusione; quest’ultima comporta la creazione di un atomo differente da quelli che si sono fusi. Tale reazione avviene nel sole e in tutte le altre stelle, necessita una temperatura di milioni di gradi e libera un’energia che mantiene la vita sulla terra. La fusione di due atomi di idrogeno forma un gas inerte, l’elio, con l’emissione di particelle più piccole (i fotoni) che si espandono su tutto lo spazio circostante. La quantità è incalcolabile.

 

La sua scoperta permise ricadute tecnologiche immediate nel campo dell’elettronica e della medicina, menzioniamo i raggi X, oggi molto usati per diagnosticare certe malattie.

 

La scissione e la fusione hanno portato gli scienziati a riflettere sulle questioni etiche sollevate dall’uso che si può fare con l’enorme quantità di energia che una piccola quantità di materia può sviluppare. La scoperta ha convalidato l’equivalenza di materia ed energia, la differenza sta nel movimento delle particelle che le costituiscono: nella materia la velocità di spostamento o la vibrazione non è percepibile, nell’energia è estremamente elevata. Fu la fine dell’età dell’innocenza e della ricerca scientifica pura per la scoperta dei meccanismi di reazione che regolano l’universo e la nostra vita. Adesso governi, industrie e potere militare si contendono il primato dello sviluppo delle armi più distruttive e nessuna regolazione ha portato ad un comune accordo per il controllo delle armi atomiche.   

 

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Enrico Fermi fu il pioniere della meccanica quantistica e sviluppò non solo la teoria, ma anche l’attrezzatura per convalidare le sue teorie. Nacque a Roma nel 1901 e il suo ingegno si manifestò fin dalla prima giovinezza quando nel 1925 pubblicò un articolo di statistica quantistica sulla distribuzione delle particelle che formano l’atomo; teoria che risulterà fondamentale per lo sviluppo dell’elettronica.

 

Nel 1926 diventò professore di fisica teorica e fondò un gruppo di giovanissimi e brillanti ricercatori (Rasetti, Amaldi, Pontecorvo, Segré, Maiorana e D’Agostino tra i più noti), che passeranno alla storia come “i ragazzi di via Panisperna”. Sviluppò la teoria del “decadimento beta”, reazione nucleare spontanea di alcuni elementi chimici radioattivi. Nel 1938 gli fu conferito il premio Nobel. Negli Stai Uniti, all’Università di Chicago costruì la prima pila nucleare: Chicago-Pile 1, il primo reattore artificiale a fissione nucleare al mondo; fu l’inizio dell’era dell’energia nucleare.

 

Nel 1945 fece parte di quattro consulenti scientifici per occuparsi dell’uso della bomba atomica e approvò l’uso militare per indurre alla resa il Giappone. Così scrisse: “[…] non vediamo un’alternativa accettabile a un uso militare diretto”. Alla morte di 250 mila vittime civili, in una lettera ad Amaldi del 28 agosto 1945, scriveva: “È stato un lavoro di notevole interesse scientifico e l’aver contribuito a troncare una guerra […] è stato indubbiamente motivo di una certa soddisfazione”.

 

Morì nel 1954 a Chicago.

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