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Dossieraggio su politici e vip, Lega: “Spionaggio di stampo sovietico, chiederemo i danni”

(Adnkronos) – “Nessuno pensi di insabbiare il prima possibile lo scandalo-spioni, che ogni giorno si arricchisce di notizie inquietanti tra pezzi di Guardia di Finanza, Magistratura e media di sinistra. Chi sono i mandanti? A chi ha giovato questo spionaggio illegale di stampo sovietico? La Lega è pronta a denunciare e a chiedere risarcimento danni a tutti i livelli, nessuno escluso”. Così in una nota la Lega sul caso dei presunti ‘dossieraggi’.  

Dal mondo della politica a quello dell’economia sono decine i nomi di personaggi noti finiti nelle ricerche in banche dati compiute dall’ufficiale di polizia giudiziaria Pasquale Striano, indagato dalla Procura di Perugia per accesso abusivo a sistema informatico. Sul registro degli indagati compaiono una quindicina di persone, tra cui anche il sostituto procuratore antimafia Antonio Laudati e tre giornalisti del ‘Domani’. 

“A pubblicare le notizie i giornalisti non commettono mai un reato. Se quelle notizie sono frutto dei reati di qualcun altro non sta ai giornalisti accertarsene. I giornalisti hanno come unico scopo della loro professione cercare e verificare i fatti e pubblicare notizie che siano veritiere”, afferma in una nota Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, in relazione all’inchiesta della procura di Perugia. “Se esiste un istituto che è il segreto professionale – prosegue – un motivo c’è ed è esattamente quello di non rivelare le fonti. Non vorremmo mai che l’indagine a carico dei giornalisti dovesse servire da un lato ad annichilire ancora una volta la libertà di stampa e dall’altro a provare a dare conferme che magari gli inquirenti non hanno”, conclude Costante. 

“Dopo l’esposto del Ministro della Difesa Guido Crosetto tre giornalisti del quotidiano Domani sono finiti sotto inchiesta a Perugia per accesso abusivo e rivelazione di segreto. Ai tre cronisti e all’intera redazione del quotidiano va la nostra solidarietà. La loro unica colpa è quella di aver raccontato la verità”, afferma in una nota Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle. “La legge professionale n. 69/1963 e la legge sulla privacy del 1996 tutelano il segreto dei giornalisti sulla fonte delle notizie. Chi dalla destra parla di dossieraggio lo fa solo per gettare fumo negli occhi dei cittadini: le uniche intenzioni dei giornalisti infatti erano quelle di raccontare notizie e non di ricattare i potenti come invece fa chi fabbrica dossier. Consideriamo tutta questa vicenda dunque come un grave sopruso ai danni della stampa libera”, conclude Pignedoli.  

La senatrice di Forza Italia e componente della Commissione parlamentare antimafia Daniela Ternullo dice che “dalle indagini della Procura di Perugia emerge un dossieraggio scandaloso e illegale per lo più nei confronti dei membri del governo e dei politici del centrodestra. Si va configurando un quadro estremamente preoccupante, potenzialmente capace di minare i nostri stessi equilibri democratici. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per venire a capo di questa vicenda allarmante, anche a tutela di un organismo importante quale è la Procura nazionale Antimafia”.  

Per il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva e componente del Copasir, “quella che sta emergendo è una vicenda molto grave, una iniziativa al di fuori della legge e della Costituzione – dice a Tgcom24 – Bisogna essere fermi, ne va della qualità della nostra democrazia. Faccio notare che il primo a subirlo e a denunciarlo è stato Matteo Renzi. Allora molti si girarono dall’altra parte con un certo compiacimento. Questo è quello che accade quando si innescano meccanismi fuori controllo”. “Le istituzioni si stanno muovendo, commissione antimafia e Copasir dovrebbero essere convocati in questa settimana – aggiunge Borghi – certo bisogna andare a fondo e capire a beneficio di chi è stata presa questa iniziativa e se ci sono filiere di potere organizzate. Va fatta chiarezza”. 

Carlo Calenda sottolinea che “siamo di fronte a un fatto gravissimo perché lo Stato è custode, tutte le istituzioni dello Stato sono custodi di informazioni che ogni volta che vengono usate per scopi non leciti distruggono la fiducia del cittadino nello Stato. Quello che è successo è di una gravità inaudita”.  

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