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Matteo Renzi
Distratto dal PD, il Paese arretra

di Agostino Giordano

Matteo Renzi
Matteo Renzi

A Carnevale ogni scherzo vale. Ma in Italia, dove di Carnevale si campa tutto l’anno, è impossibile distinguere tra il serio e il faceto. E così Grillo, di passaggio a Roma, non si sottrae al giochetto di prendere in giro Renzi: “Vorrei fare un appello a Matteo Renzi:resta! Il Paese ha bisogno di te. Siamo sull’orlo del baratro, ci manca solo una spintarella…”. Vedi chi parla! Un comico prestato alla politica che non riesce a far dimettere una Raggi qualsiasi a capo della giunta romana più scombiccherata della storia. Ecco, tra Piddini e Grillini, il cerchio è più che chiuso. E il palcoscenico è sempre quello del Colosseo romano, dove nel tempo i “saltimbanchi” hanno sostituito i gladiatori. Ma almeno Renzi, dopo il Referendum perso, si è dimesso da Premier; e lunedì 19 febbraio, dopo l’Assemblea Nazionale, si è dimesso pure da segretario Pd. La Raggi invece sta sempre lì, in Campidoglio, cocciuta nel difendere l’indifendibile. Renzi si dimette per poi ricandidarsi, è vero; la Raggi si dimetta e ritorni nell’anonimato del web, da cui l’hanno tirata fuori, un lustro fa. Ma andiamo per ordine. Perché Renzi si dimette da segretario? Non l’ha perso lui, da premier-segretario, il Referendum? Premier di un governo renziano, segretario di un Pd renziano? Si dimette per buttare fuori dal Pd la minoranza social-comunista? Se ci guadagna da questa operazione è tutto da verificare: magari quando sarà tardi per rimettere i cocci a posto. La minoranza parla del futuro Pd – depurato dei loro cromosomi comunisti – come del ‘Partito di Renzi’, alias partito di centrosinistra da prima Repubblica. Non si capisce, in sostanza, dove voglia andare a parare questa lunga commedia all’italiana: iniziata all’indomani dell’esito referendario, si concluderà a primavera inoltrata, cioè a conclusione del Congresso Pd. Fatti i conti, per sette mesi blocchiamo i taxi e assistiamo a questa pirandelliana messinscena. Sommati ai tre anni di governo renziano, l’Italia praticamente è ferma da un’eternità. Anzi no: mentre Renzi godeva tra i ‘fumi riformisti’, l’Italia è andata indietro, è alla deriva. Disoccupazione, povertà, tasse, ingiustizie, malcostume, insicurezza e immigrazione aumentano a vista d’occhio. Si potrebbe dire che Politica e Paese reale non si parlano più. Invece di fare l’interesse del Paese, la Politica pensa alle logiche di potere. Se i Grillini non sostituiscono la Raggi per non perdere la faccia, Renzi si cuce un Pd su misura per puro calcolo di potere. La Castellina, che già nel ‘70 usciva dal Pci fondando ‘il Manifesto’, non si dà pace. Ma la storia del Pci è costellata di scissioni, come quella della Dc. O, se vogliamo, come quella del  centrodestra di Berlusconi: il politico più tradito degli ultimi 20 anni. Se la sinistra Pd costituisse nuovi gruppi in Parlamento, creerebbe non pochi problemi alla funzionalità del Senato e di alcune commissioni parlamentari importanti, il che  bloccherebbe l’iter della nuova Legge elettorale. Un ginepraio non da poco. Da cui il popolo italiano si va allontanando sempre più, disgustato e inviperito. Cosa succede nel centrodestra, mentre il Pd si spappola, è tutta un’altra carnevalata. Salvini, Meloni e Fitto in primavera vogliono le primarie, da cui Berlusconi prende le distanze: Grillini e Piddini, con le primarie, si sono ritrovati in casa i Raggi e i Renzi! Il Cavaliere, fondatore e leader di Forza Italia, si guarda bene dal cedere ai refoli del ponentino. Alle pattuglie centrine o simil-tali, che reggono masochiste il moccolo al ‘Renzi-pensiero’,  dedichiamo questo ‘P.S.’ di Sallusti, indirizzato a Matteo, in coda al suo Editoriale del 20 c.m.: “Caro Renzi, – scrive A.Sallusti – quando ieri hai detto che in politica ricatti, tradimenti e scissioni ti fanno schifo, ti riferivi ad Alfano e Verdini grazie ai quali hai governato per tre anni? O no, gran paraculo”. I carri mi sembrano completi. La sfilata può iniziare.

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