(Adnkronos) – La qualità dell’assistenza diabetologica italiana è tra le migliori a livello mondiale, ma ci sono dei margini di miglioramento, per questo è importante investire per garantire un trattamento uguale per tutti ovunque sul territorio nazionale. Su questi temi si confrontano oggi a Roma esponenti di istituzioni, società scientifiche ed esperti durante il 15esimo Italian Diabetes Barometer Forum, dal titolo ‘Diabete e Pnrr: prima le cure’, con particolare attenzione alla Missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che ha stanziato 15,63 miliardi di euro per una riforma che definisca un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico. L’evento è organizzato da Italian Barometer Diabetes Observatory (Ibdo Foundation) e Intergruppo parlamentare Obesità e diabete, in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e con il contributo non condizionato di Novo Nordisk, nell’ambito del programma ‘Driving Change in Diabetes’.
In Europa il diabete colpisce 62 milioni di persone e nel 2021 ha causato oltre 1 milione di decessi: rappresenta la quarta causa di morte, sottolinea una nota. In Italia, a oggi, sono quasi 4 milioni le persone con diabete che è la causa iniziale o concausa di oltre 80mila morti ogni anno, cioè circa 9 decessi ogni ora. Si tratta di una pandemia silenziosa, con importanti costi sociali e umani, che è destinata a crescere. Basti pensare che dal 2000 a oggi i casi di diabete sono raddoppiati nel nostro Paese.
“Stiamo assistendo a una crisi strutturale del nostro sistema sanitario nazionale legata alla tecnologia obsoleta delle strutture italiane, alle scarse risorse logistiche e agli aspetti organizzativi gestionali con evidenti problemi di accesso ai servizi ma soprattutto di continuità nelle cure per i cittadini”, spiega a margine dell’incontro Walter Ricciardi, ordinario di Igiene e Sanità pubblica all’Università Cattolica del Sacro cuore di Roma, consigliere del ministro della Salute per il coordinamento con le istituzioni sanitarie internazionali per la pandemia di Covid-19 e past president World Federation of Public Health Associations (Wfpha). “E’ necessario essere lucidi e capire che la crisi può essere superata solo con un lavoro di squadra attraverso la collaborazione tra scienza e istituzioni e garantire così risposte ai pazienti e alla società”, sottolinea.
“La salute – osserva Ketty Vaccaro, vicepresidente Ibdo Foundation – è stata in prima pagina e al centro delle attenzioni del nostro Paese negli ultimi 2 anni, e mai come adesso, pur nella gestione della grande emergenza nazionale, sono emerse nettamente le disuguaglianze assistenziali, di presa in carico e di accesso alle cure delle singole Regioni”. Per Vaccaro, “si è capito che non è stato fatto abbastanza. Occorre investire molto di più e meglio per ridurre drasticamente le differenze, perché tutti i cittadini, soprattutto i malati cronici come chi ha il diabete, hanno diritto di ricevere cure e terapie omogenee sul territorio nazionale. E’ necessario ripensare alla rete specialistica italiana e definire un piano di gestione delle malattie croniche moderno ed efficace”.
Come evidenzia il presidente della Società italiana di diabetologia (Sid), Agostino Consoli, “il diabete è una malattia cronica e come tale necessita di sostegno continuo. E’ stato dimostrato che avere un’adeguata assistenza specialistica multiprofessionale può portare a una riduzione del 19% della mortalità per tutte le cause legate al diabete. Considerando che questa malattia causa in Italia ogni anno il 3% delle morti totali, è allarmante e preoccupante sapere che solo il 30% di chi ne è affetto riceve un’assistenza adeguata. Per questo motivo – aggiunge – la Società italiana di diabetologia e l’Associazione medici diabetologi (Amd) hanno proposto un nuovo modello di assistenza con azioni che rafforzino i presidi territoriali con team multifunzionali”.
Graziano Di Cianni, presidente dell’Amd, ricorda che “l’assistenza diabetologica è il fiore all’occhiello del nostro sistema sanitario nazionale, ma è sempre possibile, e in seguito all’emergenza Covid-19 necessario, potenziarla migliorando il rapporto tra l’assistito e il territorio. Dobbiamo garantire una migliore collaborazione tra strutture diabetologiche e la medicina generale – aggiunge – e, allo stesso tempo, investire nella formazione nel personale e nello sviluppo di servizi di teleconsulti e teleassistenza per facilitare il continuo dialogo medico-paziente ed il confronto tra professionisti”.
A livello politico, “l’attività di dialogo e confronto che l’Intergruppo parlamentare Obesità e diabete ha portato avanti durante l’intera XVIII Legislatura sarà di preziosa utilità in una fase, come quella dell’attuazione del Pnrr, in cui le istanze esaminate e condivise devono trovare giusta collocazione all’interno dei provvedimenti attuativi del Piano”, commenta la senatrice Daniela Sbrollini, presidente dell’Intergruppo.
“Siamo convinti che si debba passare attraverso una più forte alleanza tra scienza e istituzioni e tutti i diversi livelli di governo per una efficace messa a terra delle risorse, nei tempi così stringenti che dovremo rispettare per la realizzazione del piano – afferma l’onorevole Roberto Pella, presidente dell’Intergruppo Obesità e diabete e vicepresidente vicario di Anci – Inoltre dovremo intervenire per assicurare che un nuovo approccio sia messa in campo, un approccio che veda al centro della politica pubblica il cittadino, il paziente e il suo domicilio, al fine di generare un autentico cambiamento nell’organizzazione delle strutture, nelle competenze e nelle professionalità che avranno l’obiettivo di prevenire e curare le persone con diabete”.
“Novo Nordisk è da sempre impegnata nella cura e prevenzione del diabete, sostenendo in prima linea le esigenze delle persone e dei loro medici specialisti”, dichiara Drago Vuina, General Manager e Corporate Vice President Novo Nordisk Italy. “L’emergenza sanitaria è stata una dura prova a cui abbiamo preso parte a fianco dei sistemi sanitari e con il nostro sostegno, attivo da 15 anni, verso la Ibdo Foundation e l’Ibdo Forum annuale, vogliamo contribuire a favorire il confronto tra tutte le parti interessate affinché i milioni di persone che vivono con il diabete – conclude – possano godere della migliore assistenza possibile”.