Vinitaly, il principale evento del vino italiano, la cui 54ma edizione si tiene a Verona dal 10 al 13 aprile, torna in presenza dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia. A quest edizione prendono parte 4.400 espositori e quasi 700 buyer professionali provenienti da 50 Paesi. Ben 130 di questi, verranno da Usa e Canada ovvero la prima area di sbocco per il vino italiano con un giro d’affari superiore ai 2 miliardi di euro, sui 7,1 complessivi di export 2021, che vede gli Usa, primo mercato in assoluto con 1,7 miliardi di fatturato e il Canada quinto sbocco estero con 393 milioni di euro.
Il Canada, dunque, Paese sconfinato e sostenuto da un’economia solida, è diventato, per il vino italiano, un mercato imprescindibile tanto che Vinitaly ha deciso di dedicargli il proprio focus inaugural dell’edizione 2022.
Un dato che non sorprende, soprattutto se volgiamo lo sguardo indietro ed in particolare al 2020. Infatti, nell’ anno della pandemia, il mercato enoico in Canada è cresciuto del 5% per i vini fermi e del 4% per gli spumanti rispetto al 2019.
Non a caso nella classifica mondiale dei Paesi importatori di vino, il Canada occupa la quinta posizione con un valore di acquisti dall’estero superiore a 1,7 miliardi di euro, livello che è riuscito a mantenere anche durante il 2020. nell’anno di scoppio della pandemia.
Per quanto riguarda invece le importazioni totali di vino dall’Italia si evidenzia una crescita in valore nel 2021 di quasi il 14%, cui si affianca un incremento a volume del 4.4% rispetto all’anno precedente.
In merito alle importazioni dall’Italia, la crescita più rilevante è attribuibile agli spumanti (+35% in valore e +28% in volumi), esprimendo così un incremento nel prezzo medio all’import della categoria di quasi il 6% che vede passare i prezzi di acquisto degli sparkling italiani da 5,8 a 6,1 euro/litro.
Sul fronte invece dei fermi e frizzanti imbottigliati, le importazioni di vini italiani aumentano in valore del 10% ma diminuiscono in quantità dell’1,2%, denotando cosi un incremento del prezzo medio di circa I’11%, passando cioè da 5 a 5,6 euro/litro. Si tratta di un prezzo medio tra l’altro
inferiore a quello dei nostri spumanti esportati nello stesso mercato, sebbene tale differenza non rappresenti una novità tenuto conto che negli ultimi dieci anni, il differenziale nel prezzo medio all’import tra spumanti e vini fermi e frizzanti italiani è sempre stato superiore al 15% a vantaggio dei primi.
In sintesi, il vino in Canada ha vissuto un buon 2020 e 2021, con un’ampia fascia di consumatori che dopo le limitazioni hanno esplorato tipologie diverse ed etichette sempre più costose trovando nel Bel Paese le fonti principali di approvvigionamento e giustificando la massiccia presenza dei monopoli e buyers canadesi al Vinitalv 2022.
Sul fronte italiano Vinitaly ci ricorda che il biennio pandemico ha introdotto ache alcuni cambiamenti rilevanti soprattutto nelle abitudini di consumo. Infatti i consumi sono un po’ a sorpresa in aumento. Ben nove italiani su dieci nel 2021 hanno confermato di aver consumato almeno una volta vino. I consumi complessivi che erano a quota 14,8 miliardi di euro nel 2019, nel 2020 a causa della prolungata chiusura di bar e ristoranti sono precipitati a 12,4, per risalire lo scorso anno a 13,8.
Ancora non si è recuperato tutto ma la strada intrapresa è buona. Questo grazie soprattutto alle giovani generazioni che si avvicinano al vino attraverso un consumo moderato, prediligono la mixology (come gli Spritz, quindi consumano vino insieme ad altre bevande) e in una prospettiva futura guardano con curiosità ai vini de alcolati o con poco alcool. Tra le tendenze in forte ascesa ci sono i vini sostenibili e biologici che ormai nelle richieste dei consumatori hanno sostituito quelli da vitigni autoctoni che hanno dominato negli anni scorsi. Tutte are a cui Vinitaly dedicherà spazio adeguato nei giorni della kermesse scaligera.