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Dall’Italia un documento programmatico alla UE

di Alessandra Cori

 

AGRICOLTURA, PAC E SOVRANITÀ ALIMENTARE EUROPEA

La Politica agricola comune (PAC) va profondamente rivista perché la riforma entrata in vigore a gennaio 2023 era stata negoziata anni prima dell’emergenza Covid e dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente e per questo è nata inadeguata. Inadeguatezza che alla prova dei fatti, nel primo anno di applicazione, si è dimostrata non più sostenibile. Poi spirale inflattiva e aumento dei tassi di interesse hanno reso ancora più dolorosi i già significativi tagli degli aiuti Ue agli agricoltori. Un cortocircuito esploso nelle diffuse proteste delle scorse settimane. Per questo bisogna correre ai ripari e bisogna farlo in modo tempestivo. Sono queste le premesse dalle quali parte il No Paper, che il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida ha presentato al Consiglio Agrifish (The Agriculture and Fisheries Council) del 26 febbraio scorso come proposta dell’Italia per modificare la Politica agricola Ue. Il documento sarà importante anche alla luce del Consiglio dei Capi di Stato e di Governo di marzo, per il quale il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha chiesto, e ottenuto, che all’ordine del giorno ci sia anche una discussione sui temi dell’agricoltura. E in quella sede, con ogni probabilità, la Premier riprenderà e riproporrà i temi salienti del No Paper predisposto dal ministero guidato da Lollobrigida.  Il documento ha come titolo “L’Agricoltura, la Pac e la sovranità alimentare europea. Riconnettere cibo e società” e punta su un rafforzamento della dotazione di risorse della Politica agricola Ue perché “l’attuale budget si è dimostrato non sufficiente a garantire il necessario equilibrio tra sostenibilità economica e ambientale”. I pilastri principali del documento sono il sostegno e la tutela del reddito degli agricoltori e il rafforzamento della sovranità alimentare europea. In questa chiave vengono tratteggiate le linee della futura politica agricola rispolverando alcuni strumenti del passato che, alla luce dei profondi cambiamenti innescati prima dal Covid e poi dagli scenari geopolitici, erano stati spediti in soffitta un po’ frettolosamente. Mentre parallelamente la fiducia cieca in un’ampia liberalizzazione degli scambi ha mostrato pochi vantaggi ma molti limiti ai quali bisogna porre rimedio.  Il No Paper distingue poi tra gli obiettivi che è possibile raggiungere a breve termine da quelli che bisogna rinviare alla futura riforma della Politica agricola Ue.

 

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In prospettiva futura quindi si tratteggia un ritorno a un sistema di aiuti più legati alle produzioni e al sostegno dei prezzi, anche mediante un ritorno allo strumento degli stoccaggi, e quindi in grado di offrire maggiori garanzie di reddito ai produttori agricoli. Il rafforzamento del reddito degli agricoltori passa però anche, afferma il documento, attraverso una serie di altre misure. Alcune di breve termine come una generalizzata moratoria sui mutui altre a carattere più strutturale come il rafforzamento della direttiva europea contro le pratiche sleali. Nell’ottica del rafforzamento del reddito degli agricoltori è poi decisivo il tema degli accordi internazionali che vanno improntati a criteri di reciprocità. In linea con l’obiettivo di garantire una sovranità alimentare Europea: Il No Paper del ministero dell’Agricoltura propone la cancellazione della regola della messa a riposo dei terreni da attuare immediatamente in deroga rispetto all’attuale riforma della Pac ma da trasformare in definitiva nella riforma Pac post 2027. Il No Paper individua, infine, i tre settori ritenuti strategici: olio d’oliva, ortofrutta e vino. Per tutti e tre si scommette su un mix di flessibilità delle norme produttive e di sostegni alla produzione.  Il documento non punta a cancellare qualsiasi vincolo green ma propone una differente valutazione del ruolo ambientale dell’agricoltura. “Il documento -ha ricordato il Ministro Lollobrigida- invita la Commissione Ue a fare un passo indietro rispetto alle politiche ideologiche e folli che, in nome di un presunto ambientalismo, hanno messo in ginocchio il nostro settore primario”. “Abbiamo chiesto -ha continuato il Ministro- una revisione della PAC che assicuri reddito agli agricoltori e garantisca al tempo stesso la tutela dell’ambiente. Su questo c’è stata grande apertura in Europa. Così come nell’azione di contrasto al cibo sintetico, che, come Governo, stiamo portando avanti e che ha visto già 14 nazioni appoggiare la nostra proposta”. “L’Ue non deve essere un luogo burocratico, ma politico. Se lo strumento non funziona, lo cambiamo. Se l’UE impone regole rigidissime ai produttori, tenendo conto solo della sostenibilità ambientale, non si va a favore degli agricoltori. Da una parte ci sono gli imprenditori europei e italiani, che più di altri rispettano le regole, dall’altra ci sono incrementi dell’import da Paesi che non lo fanno. Serve che si rispettino le stesse regole”, ha concluso il Ministro Francesco Lollobrigida.

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