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Dal Senato a cura del Senatore Tony Loffreda. I fondi pensione canadesi devono investire di più nel Made in Canada

Nella rubrica del mese scorso, ho sostenuto che il Canada ha un importante problema di crescita della produttività e che deve seriamente pensare di adottare un piano strutturale e pluriennale per risolvere alla radice questa criticità. Bisogna trovare il modo di incentivare le imprese ad investire nelle nuove tecnologie, nell’innovazione e nei loro dipendenti. Non esiste un approccio univoco che possa garantire la crescita economica e rilanciare la scarsa produttività del Canada, in particolare in un’economia post-Covid.

Tuttavia, sappiamo che i piani pensionistici privati in Canada dispongono di ingenti somme di denaro che potrebbero essere investite in aziende canadesi che potrebbero contribuire a stimolare la nostra economia. Invece, molti fondi pensione privati privilegiano gli investimenti in società estere. Una ricerca condotta dalla società di gestione di investimenti globali con sede a Montréal, Letko-Brosseau, ha rivelato di recente che, nel 1990, le azioni canadesi quotate in borsa rappresentavano quasi l’80% degli investimenti azionari dei fondi pensione canadesi. Nel 2020, questa percentuale è scesa al 10%. Sebbene questa possa rappresentare una tendenza globale, il Canada sta superando di gran lunga paesi come Australia, Giappone e Regno Unito nel ridurre la propria esposizione azionaria interna. Infatti, alcuni dei maggiori fondi pensione canadesi detengono solo l’1% del loro patrimonio in azioni pubbliche canadesi. Miliardi di dollari vengono iniettati nell’economia di Paesi esteri, anziché in quella nazionale.

Alcuni potrebbero controbattere che, poiché il Canada rappresenta solo il 3% dei mercati azionari mondiali, i fondi pensione canadesi dovrebbero detenere solo il 3% delle azioni canadesi. Io sono invece dell’idea che i gestori di fondi pensione canadesi dovrebbero riesaminare le loro strategie di investimento e considerare di investire di più nei talenti di casa nostra. Questi investimenti aiuterebbero le aziende a prosperare, consentendo loro di potenziare la loro produttività, accelerare l’innovazione tecnologica, alimentare la concorrenza. In questo modo, migliorerebbero il tenore di vita dei canadesi e creerebbero posti di lavoro meglio retribuiti e di migliore qualità. In Canada abbiamo menti brillanti, talenti di prim’ordine, start-up promettenti e settori industriali altamente rinomati e redditizi con una lunga storia di crescita e di successo. Gli investitori dovrebbero sentirsi fiduciosi (e orgogliosi) di iniettare capitali nella nostra economia, consapevoli del fatto che molti titoli azionari canadesi registrano risultati al di sopra di ogni aspettativa ed hanno performances superiori a quelli di molte aziende straniere.

Anche il mio collega senatore Gignac, economista di spicco ed ex Ministro provinciale dello Sviluppo economico, ritiene che i fondi pensione siano fondamentali per la crescita economica del Canada nel lungo periodo. I governi sono intervenuti durante la pandemia per aiutare i canadesi a superare questa crisi sanitaria, ma i governi hanno anche la responsabilità di ridurre le spese e di gestire al meglio le finanze pubbliche. Di conseguenza, è arrivato il momento che gli investimenti in capitale del settore privato, in particolare dei fondi pensione privati, entrino in gioco e prendano il sopravvento.

Nel 2021, il governo ha creato il “Consiglio d’azione per la finanza sostenibile”. Come riportato nel suo ultimo Bilancio, il governo ha convocato 25 delle più importanti istituzioni finanziarie e fondi pensione canadesi, che insieme rappresentano oltre 10 trilioni di dollari di investimenti, nella speranza di riportare il capitale del settore privato verso la transizione allo zero-netto. Finora, il governo è stato abbastanza generoso nell’investire fondi a favore della transizione verso lo zero netto, ma anche l’ingente potere di acquisto del settore privato deve svolgere un ruolo fondamentale. Mi rendo conto che questo Consiglio consultivo si concentrerà sulla transizione verde, ma allo stesso tempo mi auguro che, mentre tutti questi attori principali sono riuniti intorno allo stesso tavolo, il governo esplori e cerchi di capire perché i fondi canadesi stanno lasciando il Paese.

Non sto assolutamente suggerendo che il governo debba decidere dove i fondi pensione privati debbano investire il loro denaro. Credo nel libero mercato e nell’indipendenza di questi fondi, ma i politici devono impegnarsi con gli investitori per contribuire a delineare un panorama di investimenti che possa invertire questa preoccupante tendenza. Forse un primo passo positivo sarebbe quello di considerare quali strumenti il governo ha a sua disposizione per incentivare ulteriormente i fondi pensione ad investire in imprese Made in Canada, in particolare per quanto riguarda il panorama normativo a cui i fondi pensione privati devono attenersi. Magari non sarà la soluzione definitiva, ma ciò servirebbe a reimmettere nell’economia canadese ingenti somme di denaro che, a loro volta, contribuirebbero a generare entrate, posti di lavoro e crescita. Rinvigorendo lo spirito imprenditoriale canadese e stimolando l’innovazione e la produttività.

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