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FOTO: Valérie Remise
Cyclorama – Fino al 5 novembre al Centaur Theatre e al Théâtre d’Aujourd’hui

Il Cyclorama era una stanza circolare con le pareti coperte da un disegno di una veduta a 360°, che ricreasse l’illusione di un paesaggio che circondava lo spettatore. É, quindi, con l’intento di affrontare “a tutto tondo” l’incomunicabilità tra i due emisferi linguistici e culturali di Montréal, quello francofono e quello anglofono (e, come terzi invitati “in sottofondo”, gli immigrati allofoni), che l’autrice Laurence Dauphinais ha creato questa pièce teatrale che si svolge in tre luoghi: il Centaur Theatre, un percorso in autobus e il Théâtre d’Aujourd’hui.

 

Sul palco, ad affiancare l’autrice Dauphinais (francofona d’origine, ma perfettamente bilingue), ci sono Antoine Yared (attore di origine libanese, francofono che ha una carriera di successo nel teatro in inglese) e gli storici Alexandre Cadieux e Erin Hurley. Uno spettacolo che passa dal francese all’inglese senza pause (ci sono i sottotitoli ad aiutare il pubblico) e rappresenta un’ottima occasione per riflettere tra queste due solitudini che continuano a darsi battaglia, quando si parlano, e per il resto del tempo s’ignorano.

 

Lo spettacolo in tre posti rappresenta non solo un viaggio mentale ma anche fisico, tra i luoghi cari all’una e all’altra comunità, con un passaggio obbligato sul boulevard St-Laurent, no “man’s land” che rappresenta lo spartiacque tra la ricchezza dell’ovest della città in lingua inglese e la povertà dell’est in francese. Una terra di nessuno che nei decenni è stata “colonizzata” dall’emigrazione, con tutti i suoi accenti e le sue tensioni. Lo spettacolo di Dauphinais è una finestra sulle opportunità che offre una lingua e tutta la cultura a cui questa dà accesso, al fine di superare barriere ideologiche “storiche” (da qui gli interventi accademici di Cadieux e Hurley) che sono sinonimi di paura, dominazione sociale ed economica.

 

Come l’inglese è stata la lingua degli “oppressori”, così il francese rischia di diventarla a sua volta. In fondo, come ha scritto l’italiano Marco Micone, la cui voce viene diffusa nel viaggio in autobus, le uniche lingue che rischiano di sparire in Canada sono quelle dei migranti. Cyclorama è un momento propizio anche alla riflessione sulla Storia, le identità dei popoli e delle comunità che si identificano e costruiscono a volte attorno a miti o narrazioni rielaborati a uso e convenienza dei vincitori o di chi vuole diventarlo. Tre ore di spettacolo che sono un inno alla conoscenza profonda di sé e dell’altro, all’apertura mentale basata anche sulla riconoscenza dei torti subiti da ambo le parti (progredire vuol anche dire ricordare e riconoscere le ingiustizie). Perché, la cosa peggiore, è vivere nello stesso luogo senza parlarsi, impedendo all’uno e all’altro di crescere, limitando così la ricchezza culturale che una società multilingue può offrire. Perché si può vivere e amare in tutte le lingue.

Tre proposte della settimana:

La nuit des rois, Théâtre du Nouveau Monde – Fino al 15 ottobre e serate supplementari dal 21 al 23 ottobre.

Okinum, Teatro Espace Go – Fino al 22 ottobre

Le show sur l’effondrement qui n’aura pas lieu, Teatro Aux Écuries – Il 21 e il 22 ottobre

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