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Cybersicurezza, Intelligence: “Crescono attacchi da criminalità, boom furti identità”

(Adnkronos) – “La migliorata capacità di attribuzione acquisita dall’Intelligence e il più ampio ricorso da parte degli attori statuali o ‘state sponsored’ a strumenti impiegati anche da gruppi criminali ha consentito di rilevare una sensibile crescita degli attacchi di matrice criminale, attestatisi al 47% del totale (+33 punti percentuali rispetto al 2021)”. E’ quanto si sottolinea nella Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza relativa al 2022, curata dal Comparto Intelligence e presentata oggi, riguardo alla minaccia cibernetica. 

“Si è confermato anche per il 2022 il ricorso da parte dei principali attori della minaccia alla registrazione di domini malevoli (circa il 41%, in aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2021), ossia quelli connotati, per denominazione e caratteristiche, da un’elevata similitudine con quelli di siti istituzionali e governativi, al fine di dirottare inconsapevolmente gli utenti verso siti web compromessi (tecnica del ‘typosquatting’) – continua – Seppur in forte calo, è continuata la ricerca delle vulnerabilità tecniche esposte dai target selezionati (cosiddeetto Bug Hunting, al 3,7%) propedeutica a tentativi di violazione delle loro reti informatiche, nonché ad attacchi di tipo Sql Injection (al 14%). A tale contrazione ha fatto da contraltare un incremento nell’impiego di malware da parte di attori di matrice criminale (prevalentemente ransomware, al 28% del totale, in aumento di oltre 15 punti percentuali rispetto all’anno precedente)”.  

“Per quanto concerne gli esiti delle azioni ostili, si è registrata una significativa prevalenza di offensive tese a inibire l’erogazione di servizi, attraverso il ricorso ad armi digitali in grado di eliminare dati e programmi presenti nei sistemi dei dispositivi target, rendendoli inutilizzabili (circa il 31% del totale, in aumento di 30 punti percentuali rispetto all’anno precedente), seguite da azioni funzionali a successivi attacchi (scese all’11%, con una differenza di circa 30 punti percentuali rispetto al 2021) – continua – Direttamente connesso all’incremento di azioni di matrice criminale è il sensibile aumento di azioni finalizzate al furto di identità e/o credenziali (al 53,5%, in crescita di quasi 48 punti percentuali), messe in vendita su portali e forum dedicati del dark e deep web”. 

Si registra inoltre “un rilevante incremento di offensive finalizzate a garantire un vantaggio economico per l’attaccante (53%, in crescita di 44 punti percentuali rispetto all’anno precedente), analogamente al drastico incremento delle incursioni digitali tese a minare credibilità e reputazione di quei target ritenuti sostenitori di una delle parti coinvolte nel conflitto russo-ucraino (31%, in aumento di 30 punti percentuali), a scapito di quelle iniziative cui non è stato possibile attribuire una chiara finalità (13%, in notevole riduzione rispetto all’anno precedente)”.  

“Una lieve crescita (+3 punti percentuali) è stata registrata con riferimento ai gruppi statuali o sponsorizzati da Stati che hanno fatto ricorso ad azioni di spionaggio cibernetico, che si sono attestate al 26% del totale”, sottolinea ancora la Relazione. 

“Nel periodo in esame, sono stati osservati da parte di questi attori tentativi di sfruttamento delle vulnerabilità presenti nei sistemi di connessione remota – utilizzati per finalità di telelavoro – con l’obiettivo di guadagnare l’accesso a risorse informatiche di aziende e organizzazioni”, continua.  

E ancora: “Le azioni digitali osservate dal Comparto hanno prevalentemente interessato le infrastrutture informatiche riferibili a soggetti privati (56%, in crescita di 32 punti percentuali rispetto al 2021), con particolare attenzione verso i settori delle infrastrutture digitali/servizi IT (22%, in aumento di 16 punti percentuali), dei trasporti (18%, stabile rispetto all’anno precedente) e del bancario (12%, in aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2021)”. 

“Le azioni in danno di obiettivi pubblici (43%, in calo di 26 punti percentuali) hanno riguardato perlopiù le Amministrazioni Centrali dello Stato (62% del totale, valore in aumento di 6 punti percentuali rispetto all’anno precedente) e infrastrutture It riferibili a enti locali e strutture sanitarie (per un complessivo 20% sul totale)”. 

 

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