Fino a 30 anni di carcere agli scafisti e nuove norme sull’accoglienza
CROTONE – Giovedì 9 marzo il governo ha approvato all’unanimità il decreto legge che prevede la stretta sugli scafisti e nuove norme sui flussi migratori presentato nel Consiglio dei ministri a Cutro, cittadina in provincia di Crotone dove è avvenuto il naufragio dello scorso 26 febbraio che ha provocato 74 vittime accertate. “Il Ministro Piantedosi non poteva fare di più. È un decreto contro la tratta degli esseri umani. Andremo a cercare gli scafisti in tutto il mondo, per loro pene fino a 30 anni”, ha detto la Premier Giorgia Meloni nel corso della conferenza stampa. “Dall’Europa aspettiamo una risposta concreta”, ha aggiunto Meloni.
Le misure: dalla stretta sugli scafisti al reato di strage in mare. Un piano triennale, e non più annuale, per le quote di stranieri da far entrare in Italia con permesso di lavoro. È questo il punto principale evidenziato dal decreto di 12 articoli licenziato dal Consiglio dei ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
LE QUOTE DI MIGRANTI – Per quanto riguarda la migrazione regolare, si dice che verrà stabilita una quota triennale dal Consiglio dei ministri “con quote di ingresso riservate in via preferenziale ai lavoratori dei Paesi che, anche in collaborazione con lo Stato italiano, promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche sui rischi dei traffici migratori irregolari”, si legge nel decreto.
CORSI PROFESSIONALI E SOGGIORNO DI LAVORO – Il decreto stabilisce l’ingresso anche per coloro che completano corsi di formazione professionale riconosciuti, tramite una richiesta “corredata dalla conferma della disponibilità ad assumere da parte del datore di lavoro”.
TRAFFICANTI E SCAFISTI – Pene più severe per trafficanti e scafisti: per chi “promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato” previsto il carcere da 2 a 6 anni. Introdotto poi un nuovo reato, “morte o lesioni come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina”, che può punire fino a trent’anni scafisti o trafficanti, specie “se dal fatto deriva, la morte di più persone”. Se il viaggio è finalizzato all’ingresso in Italia sarà punito anche se il naufragio avviene fuori dall’acque italiane.
STRETTA SULLA PROTEZIONE SPECIALE – Uno dei decreti sicurezza del 2018 aveva abolito la protezione umanitaria sostituendola con la protezione speciale per casi circoscritti, come malattia o calamità nei Paesi d’origine. Nel 2020 le maglie erano state nuovamente allargate, ma ora il decreto le restringe, escludendo i casi in cui il permesso viene concesso in ragione dei legami familiari e sociali, a quelle persone che sono in Italia da molti anni e si sono integrate.
CENTRI DI ACCOGLIENZA E PER I RIMPATRI – C’è, infine, il potenziamento della rete dei Centri di permanenza per i rimpatri. La realizzazione di queste strutture si può fare anche in deroga alla legge, fatto salvo il rispetto del codice antimafia e dei vincoli europei. E si interviene poi sulla gestione dei centri per migranti: nel caso di gravi inadempimenti, il prefetto può nominare un commissario per assicurare il mantenimento dei posti in accoglienza.