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Cresce il valore dell’ortofrutta italiana

In rialzo anche le esportazioni

di Alessandra Cori

Ammonta a circa 15 miliardi di euro il valore della produzione ortofrutticola italiana alla fase agricola, mentre le esportazioni nel 2022 dei freschi e trasformati hanno superato i 10 miliardi di euro, con un saldo della bilancia commerciale di +2,7 miliardi di euro.

Questi sono alcuni dei numeri del settore ortofrutticolo italiano, che saranno resi noti in occasione della 40° edizione della fiera internazionale dell’ortofrutta, Macfrut, che si terrà dal 3 al 5 maggio al Rimini Expo Centre.

Numeri importanti che testimoniano come il comparto dell’ortofrutta rappresenti un quarto della produzione agricola nazionale con 1,2 milioni di ettari coltivati a frutta e verdura, con oltre 300mila aziende coinvolte. Basti pensare che nel 2022 l’Italia ha prodotto circa 25 milioni di tonnellate di prodotti ortofrutticoli, dato sostanzialmente in linea con l’anno precedente. L’analisi evidenzia che se considerata non solo la produzione ma tutta la filiera, come tecnologie, packaging e servizi collegati il valore complessivo del settore raddoppia. Per quanto riguarda i consumi, nel 2022, l’acquisto pro-capite di ortofrutta è stato di 126 kg con una spesa di 313 euro. Mentre, gli acquisti al dettaglio hanno registrato una flessione del -2,7%.

Con riferimento alle esportazioni, dopo il record del 2021, il commercio estero dell’ortofrutta italiana nel 2022 cresce a valore dell’1,5% toccando i 5,3 miliardi di euro, mentre i volumi si mantengono più o meno stabili sui livelli del 2021 (-0,4%). Il saldo a valore è positivo per circa 666 milioni, mentre peggiora quello a volume (-110.001 tonnellate), frutto della differenza fra le quantità importate (3,7 milioni tonnellate) e quelle esportate (circa 3,6 tonnellate). In questo scenario, la frutta si conferma campione dell’export e sul podio, nel dettaglio, salgono le mele (863 milioni euro), l’uva da tavola (738 milioni) e i kiwi (509 milioni).

 

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In un anno comunque difficile per l’aumento dei costi produttivi e le tensioni geopolitiche, è stata decisamente buona la performance della frutta fresca (2,8 miliardi euro, +6,3%) che recupera in parte l’inflazione. Positivi anche legumi e ortaggi (1,6 miliardi, +4, 1%).Male l’export di frutta secca (-25,8%) che perde molto in valore, complice il calo dei consumi. Recupera in valore l’export di agrumi (+2,4%) anche se le quantità importate (403.000 tonnellate) sono il doppio dell’export (201 mila tonnellate). Sul fronte import in forte aumento legumi e ortaggi in valore (+34,1%) e, come detto, gli agrumi (+13, 9%).Se tra i prodotti più esportati primeggia la frutta (mele, uva da tavola, kiwi) i valori non recuperano l’inflazione. Tra i prodotti campioni di import, banane e ananas crescono con valori in aumento (+12,6% e +15,9%) in linea con l’inflazione. Il comparto conferma, dunque, il dinamismo delle imprese sia sul fronte dell’export sia dell’import, nonostante un quadro complessivo di grandi difficoltà interne ed esterne. L’ortofrutta fresca ribadisce il suo peso strategico per l’economia del Paese, come seconda voce del nostro export agroalimentare dopo il vino. La competitività delle imprese dell’ortofrutta è stata messa a dura prova nel corso del 2022 dagli aumenti dei costi fuori controllo dell’energia, trasporti, imballaggi, concimi, fertilizzanti, dimostrando la necessità di una corretta redistribuzione di costi e responsabilità lungo l’intera filiera produttiva e distributiva.

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