OTTAWA – Nessuno sconto e massima prudenza. Alle prese con la settima ondata pandemica, il governo Trudeau ha deciso di prolungare fino al 30 settembre le restrizioni per chi arriva alla frontiera canadese per via area. “È importante ricordare che la pandemia non è finita. Dobbiamo continuare a fare tutto il possibile per proteggere noi stessi e gli altri dal virus”, ha annunciato il Ministro federale della Salute, Jean-Yves Duclos, nel corso di una conferenza stampa convocata la settimana scorsa per spiegare la decisione. Alla luce di questo provvedimento, i viaggiatori che non sono adeguatamente vaccinati, vale a dire che non hanno ricevuto almeno le prime due dosi del vaccino, devono continuare a sottoporsi al tampone obbligatorio al loro arrivo. Otto giorni dopo devono sottoporsi ad un secondo tampone, oltre a mettersi in quarantena per due settimane. Allo stesso tempo, il governo ha deciso di confermare la sospensione dei test a campione negli aeroporti fino a metà luglio, il tempo necessario per consentire alle autorità aeroportuali di trasferire questo compito alle attività commerciali ed alle farmacie locali.

Tuttavia, i tamponi a campione restano in vigore per chi entra in Canada via terra. “Spostare i test in luoghi diversi dagli aeroporti – ha fatto sapere il governo – consentirà al Canada di adattarsi all’aumento del numero di viaggiatori, pur continuando a monitorare ed a rispondere rapidamente a nuove varianti che destano preoccupazione o in caso di cambiamenti della situazione epidemiologica”. Nel frattempo, non si attenuano i disagi per i viaggiatori, tra l’affollamento negli aeroporti e le difficoltà ad ottenere il passaporto, senza trascurare lo straordinario numero di bagagli smarriti. Infine, per tutti i viaggiatori che rientrano in Canada, nessuno escluso, resta l’obbligo di compilare il questionario di “ArriveCan” nelle 72 ore che precedono il rientro in patria. Per ulteriori informazioni, consultate la pagina web dedicata del governo all’indirizzo: voyage.gc.ca/voyage-covid.