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Costituzione, fonti presidenza Senato: “Versione inglese con ‘gender’ risale a 2017”

(Adnkronos) – La versione in inglese della Costituzione pubblicata dal sito del Senato “risale al 2017”. E’ quanto fanno rilevare all’Adnkronos fonti della presidenza di Palazzo Madama, in merito all’art. 3 della Carta pubblicata online, che contiene il termine “gender”, anziché “sex”, per la parola “sesso” nel passaggio sull’uguaglianza dei cittadini. Le stesse fonti precisano che la notizia di tale versione è stata appresa oggi dal quotidiano ‘La Verità’ e che, comunque, “alla riapertura dell’attività parlamentare la questione verrà affrontata”. 

Non più “sex” ma “gender”. La traduzione inglese dell’articolo 3 della nostra Costituzione, presente sul sito web di Palazzo Madama, ha abbandonato la dicitura “sesso” per abbracciare quella di “genere”, segnala oggi Alessandro Rico dalle colonne de La Verità. Il passo sotto esame è il seguente: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzioni di sesso […]”, dove l’ultima parola è stata finora sempre tradotta con l’inglese ‘sex’; ora però, è subentrata la parola gender.  

“Decisamente una forzatura”, commenta all’Adnkronos il linguista Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca. “Tradurre sesso con genere non è altro che l’attenuazione di un concetto, una scelta fatta per sfuggire all’idea della sessualità. Il genere in linguistica è specifico di nomi o aggettivi, e la decisione di attribuirlo alle persone nasce dalla volontà di evitare la parola sesso. Una premura che definirei eccessiva, perché la parola sesso esiste in natura, indica una differenza biologica tra maschi e femmine ed è una dicitura utilizzata anche nelle nostre Carte d’Identità. Il genere – prosegue ancora Sabatini – non è invece un concetto biologico”. 

Il sesso, spiega ancora il linguista, “esiste negli esseri umani e animali e come tale va nominato. Oggi c’è una confusione di concetti: non si vuole più marcare questa distinzione, aggirando un po’ il concetto di sessualità. Insomma, una traduzione – quella che sostituisce ‘gender’ con ‘sex’ – che reputo forzata”. 

Per la traduzione della parola ‘sesso’ dell’articolo 3 della Costituzione, si legge ‘gender’ nella versione del Senato e ‘sex’ in quella della Camera. Ma qual è l’espressione che meglio traduce in inglese, senza sconvolgere in significato? Per Cesare Mirabelli, ex presidente della Corte costituzionale e ora consigliere generale della Pontificia commissione per lo Stato della Città del Vaticano, a essere ‘promossa’ è la versione che si usa dalle parti della Camera. “Capisco che si possono usare espressioni diverse per definire un concetto che è simile, ma usare lo strumento linguistico per cercare di cambiare la Costituzione – spiega il giurista italiano all’Adnkronos -, non è corretto, anche con tutte le buone intenzioni che si hanno per modernizzarla”. 

Per Mirabelli, infatti, si devono usare gli strumenti di revisione costituzionale per mettere mano alla nostra Carta ma, specifica, “l’articolo 3 fa parte di quegli articoli che non si possono modificare perché così hanno voluto i padri costituenti. D’altronde anche sul termine ‘razza’, presente sempre nello stesso articolo -ricorda- ci sono state delle discussioni perché ‘etnia’ sarebbe stato più neutro, e più corretto, ma tutto è rimasto com’era. Attenzione a cambiare la Costituzione”, conclude l’ex presidente della Consulta. 

 

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