Il Presidente del Consiglio: “Non possiamo vanificare gli sforzi sin qui fatti”. Dal 14 aprile aperte librerie e cartolerie. “No al Mes, inadeguato: serve fondo UE con debiti comuni”. L’ex ad di Vodafone Colao a capo della task force per la ripartenza
ROMA – “Proroghiamo le misure restrittive fino al 3 maggio, una decisione difficile ma necessaria di cui mi assumo tutte le responsabilità politiche”. Lo ha annunciato il Premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi, alle 19:30 di venerdì, annunciando il nuovo DPCM sulle misure di contenimento attuate per l’epidemia da coronavirus. Dal 14 aprile ci saranno però alcune riaperture: librerie, cartolerie e negozi di abbigliamento per bambini potranno riprendere l’attività, ha annunciato Conte. Sul tema del Mes (Meccanismo europeo di stabilità, detto anche Fondo salva-Stati), il Premier ha attaccato Salvini e Meloni (“Mentono, non è stato istituito o attivato”) e ha insistito: “È uno strumento inadeguato, servono gli Eurobond”.
“Non possiamo vanificare sforzi fatti” – “Non possiamo vanificare gli sforzi sin qui fatti”, ha spiegato Conte sulle ragioni del prolungamento del lockdown: si rischierebbe “un aumento dei decessi e delle vittime”, ha spiegato il premier. “Se cediamo adesso il rischio”, ha aggiunto ancora Conte, è di “ripartire daccapo”.
Conte: “Servono eurobond subito per economia di guerra”. Nella seconda parte della conferenza stampa, Conte si è concentrato sui temi europei, dopo l’accordo tra i Ministri delle finanze dell’Eurogruppo sugli strumenti da mettere in campo, tra cui il Mes: “L’Italia non ha firmato alcuna attivazione del Mes: non ha bisogno del Mes perché lo ritiene totalmente inadeguato e inadatto all’emergenza che stiamo vivendo”. Il premier poi ha attaccato Matteo Salvini e Giorgia Meloni: “Il Mes esiste dal 2012, non è stato istituito ieri o attivato la scorsa notte come falsamente e irresponsabilmente è stato dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Questo governo non lavora col favore delle tenebre: guarda in faccia gli italiani e parla con chiarezza”.
Conte: “Ue, serve ambizione. Eurobond per un’economia di guerra”. Conte insiste sugli Eurobond: “Serve ambizione. La principale battaglia è un fondo da finanziare con una vera e propria condivisione economica dello sforzo, come ad esempio gli Eurobond. Serve una potenza di fuoco proporzionata alle risorse di un’economia di guerra e deve essere disponibile subito. Condurremo fino in fondo la nostra battaglia”.
“Dopo il 3 maggio speriamo di ripartire con gradualità”. La speranza – ha spiegato Conte – è che “dopo il 3 maggio si possa ripartire con cautela e gradualità ma ripartire: dipenderà dai nostri sforzi”. Il premier ha specificato comunque che “se anche prima del 3 maggio si verificassero le condizioni, cercheremo di provvedere di conseguenza” ad aprire alcune attività produttive. Poi ha sottolineato: “La nostra determinazione è allentare il prima possibile le misure per tutte le attività produttive per far ripartire quanto prima in piena sicurezza il motore del nostro Paese a pieno regime: non siamo ancora nella condizione di farlo, dobbiamo attendere ancora”.
Al lavoro per la Fase 2. A proposito della cosiddetta “fase 2”, Conte ha sottolineato che “il lavoro è già partito, non possiamo aspettare che il virus sparisca dal nostro territorio. Servirà un programma articolato e organico su due pilastri: un gruppo di lavoro di esperti e il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro”. Il Premier ha invitato le aziende a “sanificare già da ora”.
L’ex ad di Vodafone Colao alla guida della task force per la ricostruzione. Il Premier Conte ha quindi ufficializzato la creazione – attraverso un decreto da lui firmato – della task force annunciata di esperti, tra cui giuristi ed economisti, incaricati di studiare le ricette per uscire dalla crisi determinata dal virus, dopo la fine delle restrizioni. A capo della task force ci sarà l’ex Ad di Vodafone Vittorio Colao. Il gruppo di esperti studierà le misure necessarie per la fase della ripartenza del Paese, dopo che si supererà il lockdown.
Iss: “Curva decresce, positivo. Ma non abbassare la guardia”. Intanto, sulla situazione nel nostro Paese, l’Istituto Superiore di Sanità ha fatto sapere che la curva “mostra chiaramente una situazione di decrescita e questo è un segnale positivo, ma non deve farci abbassare la guardia”. Il presidente dell’ISS, Silvio Brusaferro, ha quindi ricordato: “Il quadro ci dà indicazioni di efficacia delle misure”, ma “non dobbiamo illuderci che la situazione si risolva”. “Le misure”, ha avvertito, “sono essenziali per mantenere la curva, quando sarà scesa, sotto la soglia di 1 per i contagi”.
Il bollettino di venerdì: 147.577 casi positivi e 18.849 morti. Altre 570 vittime e 3951 nuovi contagi in Italia tra giovedì 9 e venerdì 10 aprile, per un totale che arriva a 18.849 morti e 147.577 casi registrati di coronavirus dall’inizio della pandemia nel Bel Paese. I dati comunicati nel corso della conferenza stampa della Protezione Civile sono leggermente migliori rispetto a quelli di giovedì, quando l’incremento era stato di 610 morti e oltre 4200 nuovi casi. A testimoniarlo è anche l’andamento della curva di crescita del contagio che, dopo essere tornata sopra il 3% giovedì, venerdì è scesa al 2,75%. Un ulteriore dimostrazione che il trend è stabile e non è ancora iniziata la discesa netta del contagio. Per dirlo con le parole presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, la curva “mostra chiaramente una situazione di decrescita e questo è un segnale positivo, ma non deve farci abbassare la guardia”. Sono complessivamente 98.273 i malati di coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a giovedì di 1.396. Giovedì l’incremento era stato di 1.615. Calano ancora per il settimo giorno consecutivo i ricoveri in terapia intensiva. Sono 3.497 i pazienti nei reparti, 108 in meno rispetto a 24 ore prima. Di questi, 1.202 sono in Lombardia, in calo di 34 rispetto a giovedì. Dei 98.273 malati complessivi, 28.242 sono poi ricoverati con sintomi – 157 in meno rispetto al giorno precedente – e 66.534 sono quelli in isolamento domiciliare. Sono infine 30.455 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il coronavirus, 1.985 in più di giovedì, quando l’aumento dei guariti era stato di 1.979 rispetto al giorno precedente. I tamponi complessivi sono 906.864. Degli oltre 906mila tamponi, circa 453mila sono stati effettuati in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.
Lombardia, “il trend è in diminuzione”. In Lombardia i casi positivi sono 56.048 con una crescita di 1246, mentre giovedì erano stati 1388. Diminuiscono i ricoverati in terapia intensiva che sono 1202, con un calo di 34.Ci sono ancora 216 nuove vittime, un numero quanto meno in calo rispetto ai 300 di giovedi. Il totale dei morti in Lombardia arriva a 10.238. Sono i dati comunicati dal vicepresidente della Regione Fabrizio Sala, confermando che “il trend è in diminuzione”.
Le vittime Regione per Regionw. Per quanto rigarda le vittime, se ne registrano 10.238 in Lombardia (+216 nelle ultime 24 ore), 2.397 in Emilia-Romagna (+81), 793 in Veneto (+37), 1.532 in Piemonte (+78), 682 nelle Marche (+13), 454 in Toscana (+46), 709 in Liguria (+27), 231 in Campania (+4), 263 nel Lazio (+10), 179 in Friuli Venezia Giulia (+8), 238 in Puglia (+13), 191 in provincia di Bolzano (+4), 148 in Sicilia (+10), 198 in Abruzzo (+4), 52 in Umbria (+1), 107 in Valle d’Aosta (+2), 275 in Trentino (+7), 65 in Calabria (+4), 69 in Sardegna (+5), 13 in Molise (+0), 15 in Basilicata (+0).
TABELLA:
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_4445_0_file.pdf