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Acquarello di Paolo Ruiz ispirato ad una foto di Royce Bair
Confession of a Stalker, il nuovo romanzo thriller di Paolo Ruiz

Alla scoperta della nuova fatica letteraria di Paolo Ruiz, un thriller dalle mille sfaccettature ambientato nella Belle Province

Paolo Ruiz

 

MONTRÉAL –  Paolo Ruiz è ben conosciuto dai lettori de ll Cittadino Canadese. Da anni cura una sua personale rubrica, Il Genio italiano, molto apprezzata, proponendo al pubblico, di volta in volta, pregevoli ritratti dei personaggi più insigni del Belpaese nei vari campi della cultura, dalla letteratura alle scienze, alla tecnologia, alle arti. Di origini siciliane, è da oltre cinquant’anni che vive, ben integrato, in Canada, a Montréal,  avendone acquisito, in primo luogo, le due lingue ufficiali, francese ed inglese, che padroneggia molto bene così come l’italiano. Non ha mai perso i contatti con la propria terra di origine, dove si reca di frequente, mantenendo i legami personali e culturali.

 

Nei giorni scorsi ci siamo ritrovati nella sede de Il Cittadino per un’ampia e simpatica chiacchierata. Lo spunto è stato la sua ultima fatica letteraria, il romanzo Confession of a Stalker, ma il discorso si è allargato alla sua storia personale, ai suoi molteplici interessi, che vanno oltre il giornalismo e spaziano dalle sceneggiature filmiche e teatrali, alla composizione di musiche, alla pittura, alla fotografia, alla scrittura di libri su vari temi con predilezione per la poesia, che, a suo  avviso, gli permette di esprimere meglio il mondo interiore, i propri sentimenti. I suoi studi, dopo la frequenza del Liceo Classico a Siracusa, lo hanno portato a conseguire la laurea in Chimica Industriale a Milano. Si è trasferito a Montréal, nel 1969. Il suo rammarico – come ci ha detto – è stato di non aver intrapreso percorsi universitari in Letteratura e Psicologia, che ha deciso, comunque, di coltivare ed esprimere nei suoi lavori e nei suoi scritti.

 

Casi di stalking, un inquietante sito internet, una macabra setta, numerosi omicidi e la ricerca da parte della polizia di un assassino cruento. Questi sono gli ingredienti del nuovo libro di Paolo Ruiz, con il quale ha deciso di misurarsi in un genere, il noir, particolarmente apprezzato in Nord America. Un romanzo originale, interamente ambientato in Québec, che tratta argomenti delicati in un mix di forti emozioni e colpi di scena che attraggono il lettore.

 

In poche righe, la trama. Un’autobiografia immaginaria di uno stalker, un uomo ossessionato dal desiderio di trovare la donna ideale. Quando finalmente incontra la ragazza dei suoi sogni, insegue la sua fantasia finché non accade qualcosa di sinistro che lo porterà in situazione pericolose: il richiamo di un sito web porno che offre incontri perversi, il mondo oscuro di una misteriosa setta religiosa. E poi, svariati omicidi, l’inseguimento della polizia alla ricerca di un brutale e crudele serial killer.

 

Lo scrittore ha esordito sottolineando come “c’è sempre un collegamento con fatti realmente accaduti, a volte che mi hanno interessato direttamente e altre che hanno colpito la comunità. Io parto sempre dalla realtà che, nei miei romanzi, amplifico e modifico adeguandola alla trama”. All’origine di Confession of a Stalker,  c’è stato un evento vissuto personalmente dall’autore. “L’idea si è sviluppata durante la pandemia. Come tutti, anche io mi trovavo a casa e, un giorno, poco prima di andare a dormire, a mezzanotte, ho ricevuto una telefonata da un tizio che affermava di conoscermi e cercava di ricevere informazioni da me. Quest’episodio si è ripetuto per tre notti di fila fino a quando ho deciso di minacciarlo, dicendogli che avrei chiamato la polizia. Da quel momento non si è più fatto vivo. E, allora, ho cominciato a pensare di scrivere un romanzo che esaminasse il fenomeno dello stalking… L’ho scritto in inglese perché mi è più facile scrivere in inglese qualcosa che vedo qua in Nord America, ma in genere scrivo in italiano”.  Andando avanti nella stesura, è emersa l’esigenza di ampliare la sua attenzione su altri aspetti che inquietano l’animo umano. “Oltre allo stalking, ho voluto racchiudere nel mio scritto una serie di cose che mi danno fastidio: l’uso della tecnologia in maniera impropria, per fregare e sfruttare la gente, come accade nei siti pornografici, dove è possibile pagare per avere in cambio un rapporto perverso; le sette religiose che ti prendono nella tua debolezza, ti rendono schiavo e non ti permettono di svincolarti da essa”. “E poi ho voluto toccare il delicato tema relativo ai transgender, molto sentito qui in Canada. Anche qui lo spunto è nato da un’osservazione personale, il fatto che mi sono trovato spesso, lungo il tragitto del mio percorso abituale quando sono a Milano, ad incontrare i viados …”.

 

Il discorso si è quindi allargato ai diversi topic affrontati negli altri suoi libri, al filo conduttore che lega le sue opere: “Il punto in comune tra i miei lavori è la psicologia, cioè lo studio dei vari aspetti dell’animo umano. A me piace variare passando da un argomento a un altro perché il mio obiettivo è approfondire le diverse sfaccettature dell’animo e della psiche umani. Cerco di capire quello che passa all’interno delle persone. Nel caso specifico del romanzo, mi immedesimo nel cattivo e provo ad esaminare proprio quello che succede all’interno della testa del criminale”. Ecco spiegato il motivo per cui la descrizione dello stalker è così realistica: “È il risultato di un lavoro arduo. Ho consultato anche uno psicologo per comprendere il punto di vista di un professionista e creare un identikit verosimile. Ovviamente, non ho voluto scrivere un trattato di psicologia – è un thriller – ma c’è tanta psicologia dentro il mio romanzo”. Alla domanda se ci fosse, tra i tanti personaggi, qualcuno in particolare con cui in qualche modo si identifichi, ha affermato: “Quando io scrivo un libro, definisco i personaggi: il loro carattere, le loro particolarità, i loro pensieri. Li costruisco interamente, quindi c’è un po’ di me in ognuno di loro. Cerco di descrivere le cose che possono sentire all’interno per far vibrare le corde che fanno emozionare il lettore”.

 

Abbiamo concluso la nostra chiacchierata chiedendogli quale sia, tra le diverse forme d’arte in cui si è cimentato, quella che sente di più come sua. “Ho scritto romanzi di diverso genere, mi sono dedicato alla pittura, ho composto poesie, sceneggiature teatrali e filmiche. Ma tra tutte, quella che più prediligo è la poesia. Mi sento un poeta e per me, i miei versi sono straordinari. Questo perché scrivo delle mie emozioni positive e negative, tristi e felici. Comporre poesie è come amare se stessi anche nelle proprie debolezze e, quindi, sono contentissimo di poter descrivere ciò che provo e sento”.

 

Ai nostri lettori suggeriamo volentieri di leggere Confession of a Stalker di Paolo Ruiz. È   possibile acquistarlo presso la redazione de Il Cittadino Canadese a soli 15.00 $.

 

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