(Adnkronos) – “La ripresa nelle sale è iniziata, dopo l’incubo-Covid. Sarà un cammino lento, perché gli ultimi tre anni hanno inciso sulle abitudini di milioni di italiani e, soprattutto nella fascia di età dove ci sono i maggiori frequentatori dei cinema, il ritorno sarà graduale. Ma le sale sono una realtà troppo preziosa per le nostre comunità: tutti ne sono consapevoli, anche la politica e il Governo”. A dirlo in un’intervista all’Adnkronos è il presidente dell’Anica Francesco Rutelli, che fa il punto sulla ripresa del cinema italiano, anche alla luce degli ottimi risultati del botteghino natalizio.
“È positivo che la ripresa riguardi grandi eventi popolari come ‘Avatar’, e diversi film italiani, tra i quali prodotti di qualità e commedie che non si limitano a ripetere i cliché tradizionali – spiega Rutelli – È la sfida che l’Anica ha portato, in collaborazione con la Festa del Cinema di Roma, nel dialogo con tutta la filiera: produttori, sceneggiatori, distributori cinematografici, registi, attori, direttori dei Festival, distributori internazionali, Tv, piattaforme: nel mondo che cambia, è la forza del prodotto che deve fare la differenza”.
L’exploit delle piattaforme, che hanno spopolato durante il lockdown e la pandemia, per Rutelli non è un pericolo ma un valore aggiunto: “Le piattaforme hanno aggiunto nuovo pubblico per i nostri prodotti. In queste settimane, contenuti italiani hanno avuto milioni di spettatori nel mondo; e contenuti girati in Italia sostengono alla grande la promozione del nostro Paese – dice all’Adnkronos – Il pericolo è, piuttosto, che in mezzo mondo si moltiplicano investimenti competitivi pubblici e privati per produrre e attirare produzioni: in Italia abbiamo avuto una crescita magnifica di produzione, posti di lavoro, esportazioni. Guai a interrompere questa strada”.
E su come veda il 2023 dal punto di vista del fatturato e degli incassi, Rutelli scandisce: “La domanda e l’offerta dei contenuti nella filiera cineaudiovisiva incontrano nuovi pubblici: nelle sale, nelle tv, le piattaforme, il web”. E infine un monito: “Sono sviluppi solo positivi, se imprese e creativi sapranno rinnovarsi. È avvenuto in passato, con la rivoluzione del neorealismo dopo il disastro della guerra, o con i prodotti popolari che hanno accompagnato il boom e la crescita civile del Paese. Ora i nuovi prodotti italiani si dovranno misurare con queste immense trasformazioni”.
(di Ilaria Floris)