(Adnkronos) – Ancora una volta la Cina accusa un suo cittadino di lavorare per la Cia. Le autorità del gigante asiatico, riferisce la Cnn, hanno accusato pubblicamente un funzionario governativo di lavorare per l’Agenzia, il secondo caso reso noto da Pechino solo ad agosto, mentre il Dragone insiste sulla “sicurezza nazionale”. In una nota il ministero per la Sicurezza dello Stato afferma che sono in corso indagini sul funzionario. Si tratterebbe di un 39enne cinese identificato solo come Hao. Non si sa neanche se si tratti di un uomo o una donna. Lavorerebbe in un ministero (non indicato) e sarebbe stato ‘reclutato’ mentre era in Giappone per motivi di studio.
Il funzionario avrebbe fatto amicizia con un funzionario dell’ambasciata americana in Giappone. Secondo il ministero, tra i due sarebbe nato un rapporto stretto e il funzionario americano avrebbe poi presentato Hao a un collega, che avrebbe successivamente svelato di lavorare per la Cia e chiesto a Hao di rientrare nella Repubblica Popolare per lavorare per un “dipartimento centrale e fondamentale”.
Hao avrebbe accettato, firmato un accordo con gli Usa e sarebbe stato poi addestrato. Una volta in Cina ha ottenuto un lavoro in un ministero del gigante asiatico e avrebbe incontrato personale della Cia più volte “per fornire informazioni d’intelligence e raccogliere fondi”.
Solo dieci giorni fa lo stesso ministero – in un ennesimo scambio di accuse di spionaggio tra Pechino e Washington in un contesto di tensioni mai sopite – affermava di aver scoperto un “caso di spionaggio” con un sospetto, un cittadino cinese identificato come Zeng, che lavorava per un gruppo dell’industria militare cinese (non precisato) e che sarebbe stato reclutato mentre si trovava in Italia. Sia in questo caso che in quello odierno il ministero per la Sicurezza dello Stato ha diffuso le notizie tramite WeChat. A inizio agosto erano stati arrestati negli Usa due marinai accusati di spionaggio per conto della Cina.