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Chris Nilan racconta la sua storia di sopravvissuto

A maggio lo spettacolo Knuckles: The Chris Nilan Story prodotto dalla Fondazione Lorenzetti. Con l’ex giocatore di hockey anche Barry Lorenzetti ed il regista Vittorio Rossi

 

Da sinistra: Enrico Lamorte (National Bank), Joseph Broccolini (Broccolini Inc.), Barry F. Lorenzetti (BFL Canada Inc.), Chris Nilan e Michael Denham (National Bank)

In scena i pericoli della depressione dopo la Stanley Cup con i Canadiens

 

MONTRÉAL – Tutti a Montréal conoscono Chris Nilan, celebre giocatore di hockey che nel 1986 ha vinto la Stanley Cup con i Montreal Canadiens. I tifosi lo ricordano per il suo carisma e il suo gioco fisico e senza paura (detiene ancora oggi il record di giocatore americano con il maggior numero di minuti di penalità). Quando i riflettori si sono spenti, Chris Nilan – soprannominato “knuckles” (nocche, le articolazioni delle dita della mano che si formano quando si stringe il pugno) è caduto nella trappola della depressione, fino al punto di pensare di togliersi la vita. Un contrappasso che spesso inchioda ad un destino di sofferenza chi passa dall’adrenalina del successo al senso di apatia, indifferenza e frustrazione che si prova a fine carriera. Esattamente quello che è successo a Chris Nilan, che il 24 gennaio scorso, nell’elegante cornice del ristorante Da Vinci in centro-città, ha annunciato il suo nuovo progetto: Knuckles: The Chris Nilan Story, un one-man show che debutterà il 28 maggio sul palco della Maison Principale (872 Rue du Couvent). Lo spettacolo avrà una prima serie di quattro serate, fino al 30 maggio, seguite da quelle del 3 e 5 giugno. L’evento avrà uno scopo benefico: tutti i proventi dei biglietti, il cui costo è di 350 dollari comprensivi di cena e spettacolo, saranno devoluti alla Fondazione Barry F. Lorenzetti, organismo che supporta progetti legati alla salute mentale. Ad annunciarlo è stato il suo presidente, Barry F. Lorenzetti, produttore dello spettacolo, fondatore di BFL Canada e grande filantropo.  Presenti alla conferenza stampa anche Joseph Broccolini, vicepresidente di Broccolini, ed Enrico Lamorte, vicepresidente di Bank National, oltre a Caroline Ouellette, ex giocatrice di hockey femminile, quattro medaglie d’oro olimpiche. Una storia di successi e cadute. A dirigere lo spettacolo sarà Vittorio Rossi, noto drammaturgo italo-montrealese, che ha elogiato Nilan non solo per la sua carriera sportiva, ma anche per la sua capacità di raccontare con sincerità e coraggio la sua storia. L’ex giocatore, noto per la sua grinta sul ghiaccio e i numerosi scontri fisici in partita, ha disputato 688 partite nella NHL con i Canadiens, i New York Rangers e i Boston Bruins, vincendo la Stanley Cup con i Canadiens, nel 1986. Ma la vita di Nilan non è stata solo sport e successi. Davanti a una sala gremita, ha raccontato le difficoltà vissute dopo il ritiro dall’hockey, anni segnati da una spirale di dipendenze da droghe e alcol. “Sono qui per raccontare la mia storia, non da vittima, ma da sopravvissuto”, ha detto commosso. Ha poi ricordato il suo debutto sul ghiaccio del Montréal Forum, l’emozione di sentire 17.000 tifosi acclamare la squadra: “Non sapevano chi fossi, applaudivano il logo sulla maglia, non il nome che c’era sul retro”, ha detto.

 

 

La rinascita e il supporto degli amici. Nilan ha raccontato di essere caduto così in basso da rischiare la vita, ma di essere poi riusscito a trovare una via d’uscita anche grazie al supporto di due ex compagni di squadra: Serge Savard e Bob Gainey, entrambi presenti all’evento. Ed è stato proprio Gainey a consegnargli un biglietto da visita di un esperto della NHL per il supporto alle dipendenze. Dopo un’esitazione iniziale, con la situazione in peggioramento, ha finalmente fatto quella telefonata che gli ha salvato la vita. “Molto del dolore che ho vissuto derivava dalle bugie che raccontavo a me stesso”, ha dichiarato.  Le persone ferite feriscono gli altri, e io ero stanco di ferire chi mi stava accanto. Volevo guarire”.

 

Un talento naturale della narrazione. Anche Vittorio Rossi, regista dello spettacolo e autore di celebri opere teatrali, come The Chain e Paradise by the River, ha espresso grande entusiasmo per il progetto. “Tutti lo conoscono come giocatore di hockey, io sto scoprendo un narratore nato. Ha molto da dire, parla con il cuore, è audace ma anche sensibile, ed è sempre onesto”. Per chi volesse assistere a questo toccante spettacolo, che promette di emozionare e ispirare, i biglietti sono disponibili sul sito fondationlorenzetti.org. (V.G.)

 

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