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Chi sono gli Alpini?
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La penna nera, simbolo delle nostre truppe alpine, immancabile assieme alle stelle alpine che campeggiano su ogni cappello alpino, sta a simboleggiare la natura e lo spirito di questo corpo militare specializzato, creato per difendere i confini alpini. Per l’Alpino lai Penna richiama alla montagna e alle vette d’Italia. Arborata sul loro tipico cappello, è una bandiera sacra, al punto da definire i caduti e quelli “andati avanti”: “Penne mozze”!

Nell’immaginario in genere, quando si parla o si ricorda la figura dell’Alpino, quest’ultimo lo si vede immancabilmente nelle vesti di un baldo giovanotto, fiero, con barba a pizzo e le immancabili stelle alpine sul cappello, assieme alla penna nera. Figura romantica, non c’è di ché! Ma l’alpino, nella storia d’Italia, non è solo questo. È stato molto di più! Basta solo menzionare qualche nome – Julia, Tridentina, Pasubio, Cuneense, Aquila, Taurinense, Pusteria e tanti altri non meno fatidici – per ricordare agli immemori (purtroppo tanti, specialmente fra le nuove generazioni) l’alto prezzo in sofferenze, sacrificio e sangue versato da questi soldati d’Italia; basta menzionare alcuni nomi, geografici questa volta, e immancabilmente risponde l’eco di ben altri nomi: Russia, Grecia, Albania; Ponte di Perati, Laviussa, Gianina, Monte Golico, le sabbie del deserto e…le Alpi, baluardo della Patria!!!

Nomi, questi, che definiscono e ricordano il via crucis affrontato con eroismo e alto senso del dovere dalle truppe alpine. Eroismo e senso del dovere! Ecco cosa ha contraddistinto l’Alpino. Bel tempo, cattivo tempo, pioggia di fuoco, e di piombo, l’Alpino, imprecando o pregando, ha serrato i denti e “tirato innanzi’’. Mai daur! Mai indrio! Jemo ‘nnanzi! Avanti veci!!… Ed hanno scritto col loro sangue, generosamente versato, bellissime ed esemplari pagine di eroismo di Storia Patria. Oggi i tempi son cambiati. Cambiata è la società e i valori non son percepiti allo stesso modo o, peggio, addirittura dimenticati o snobbati.

Oggi non è più questione di trincee e fronti, perciò a cert’uni può sembrare anacronistica la presenza di un’associazione come gli ex Alpini, in un mondo globalizzato, materialista, edonista e negatore di ogni valore. Ma una cosa resta certa per chi “sente’’ e non dimentica: i valori non sono come mode che passano. Perciò per gli ex Alpini s’impone il monito ed il dovere di ricordare e tramandare il senso di ciò che vale la pena di trasmettere, cioè: l’Alpinità.

Nello squallore di una società senza valori, gli Alpini additano ai giovani esempi e stile di vita dove valori come Patria, senso del dovere, solidarietà, fiducia, lealtà e abnegazione costituiscono fari e guida. È questo il senso ed il motivo della loro presenza. La sezione Alpini di Montréal e quelle di altre città canadesi, americane e tutte le altre sparse nel mondo, commilitoni, sono legati da un filo arcano di solidarietà: l’Alpinità. Quel che li anima, oltre allo “spirito di corpo”, è uno spiccato senso di responsabilità civile e dovere verso la società; intervenire in nome di ciò che è giusto e di cui valla pena esser partecipi. Coraggio dunque! Non mollate!

La nostra collettività vi guarda con orgoglio. Ha bisogno di voi, delle vostre preghiere alpine che insegnano all’uomo adulto che pregando riscopre in sé la purezza del fanciullo; ha bisogno delle vostre canzoni, dei vostri cori che cantano la vita; ha bisogno della vostra presenza che trasmette una tradizione che, tra le altre, rappresenta ciò che di meglio ha espresso il popolo italiano. Mai indrio! Mai daur! Jemo ‘Nnanzi! Non mollare……E se delle difficoltà si manifestano, ripetere il motto di SERAFINO GNUTTI, nato a Lumezzane, provincia di Brescia, medaglia d’oro caduto in Albania nel 1941, a cui è dedicata la Sezione Alpina di Montréal: “TIGNI DUR!!!”.

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One thought on “Chi sono gli Alpini?

  1. Il mio babbo era del 1911,e conseguentemente sempre richiamato alle armi,nella Cunense. Mai volontario, SEMPRE RICHIAMATO. Non mi sono mai spiegata perchè la classe del 1911 era sempre richiamata.
    Ho con me, qui a Montreal, le sue tre medaglie di guerra,
    quella dell’Africa Orientale, Grecia, Albania, e infine quella della ritirata Russa con la Cunense, artiglieria pesante di Montagna.
    Per lavoro presi la cittadinanza canadese nel 1975 e ripresi quella italiana quando, purtroppo mio figlio era già maggiorenne.
    Sembrerebbe che mio figlio non puo’ avere la cittadinanza italiana perchè quando nacque ero cittadina canadese.
    Esiste, oso sperare, una facilitazione per i nipoti degli alpini della Seconda Guerra Mondiale?
    In attesa, i miei più distinti saluti,
    Nedda Vatteroni

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