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Chi comanda in Italia non sciopera

Se i tassisti alzano la voce, i politici vanno in panico. Per i banchieri non serve alzare la voce, a loro basta sussurrare alle orecchie di Marina Berlusconi. Ai costruttori edili e gestori privati di servizi pubblici il loro “staying power” viene dalle responsabilità incrociate.

 

I concessionari balneari hanno il filo diretto con la blindata Ministro del Turismo Daniela Santanché. Coloro che non hanno capitolo in merito sono i sindacati dei lavoratori, che alla prima occasione indicono uno sciopero, cercando di sensibilizzare i cittadini con il disagio causato dalle loro interruzioni, mentre vengono completamente ignorati da politici, amministratori di società pubbliche e private e dai media.

 

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Poi in televisione vediamo una folla di lavoratori con tanto di bandiere, cartelli con slogan e incitatori con megafono, ma senza capire bene il motivo per cui stanno scioperando. In fin dei conti è il lavoro dei Tg riprendere manifestazioni nelle piazze e far capire che, dopotutto, i sindacati dei lavoratori non contano, almeno non tanto quanto le rivendicazioni dei tassisti, banchieri, costruttori, gestori di servizi pubblici e concessionari balneari.

Il semplice fatto che devono scioperare per farsi sentire mette in luce la loro mancanza di influenza politica e sociale. Alle lobby forti, come quelle sopracitate, non serve scioperare.

 

Vi immaginate Google, Facebook o Apple scioperare? Oppure i balneari o i banchieri?

Sull’argomento “Chi Comanda in Italia” sono stati scritti vari libri, almeno tre con lo stesso titolo (uno ciascuno a cura di Giulio Sapelli, Giovanni Di Cosimo e Alfredo Pieroni), poi altri con titoli come “Chi Comanda Davvero in Italia” (di Mario Giordano), ma alla fine i veri detentori del potere sono quelli che si sentono poco.

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