È quasi primavera! Un tiepido alito delicatamente lambirà i mille germogli che presto saranno corolle “sorridenti alla vita’’, in una miriade di forme e profumi. Nella loro fragranza si schiuderanno ad accogliere nei loro “calici’’ il seme fecondatore. Con loro è il Libro dei misteri che si apre, è la Primavera che si manifesta a celebrazione della vita; è il tempo della germinazione, forze vitali risvegliano la vita che rinasce. Nel periodo Vernale (primavera), i primi caldi raggi di sole risvegliano e rivivificano la natura indolenzita. Il nuovo sole, principio maschile in ascesi, illumina i “portali celesti’’, mentre Flora, l’eterno Femminile, a sua volta nel suo splendore inaugura il nuovo ciclo aprendo le “porte alla vita’’. Presto è APRI-LE, dal latino: aperire (aprire), per indicare il mese in cui schiudono (aprono) le corolle. Ad aprile, le fredde viscere di Gea, l’antica Madre, riscaldate e “fecondate’’ dal caldo raggio primaverile donano la Vita. Miriadi di boccioli, pistilli e antere, feconde, s’innalzano al cielo: la natura, nella sua gloria, rende omaggio al “DIVINO’’ col balsamo dei suoi profumi e la luce dei suoi colori. Questi i segni che accompagnano e definiscono il “principio primaverile” quale simbolo archetipale. Sin dai tempi più remoti, l’umanità, affascinata, si è interrogata su questa miracolosa fase della natura. È il Mistero della vita che si concretizza attraverso la metamorfosi primaverile, con l’INCONTRO del principio MASCHILE col FEMMINILE. Questa manifestazione altro non è che il riflesso materializzato di un principio di “ordine superiore’’. È la risultante di “quando il Principio generatore si manifesta nel tempo”, il quale, pur promanando dall’UNITÀ, al fine di concretizzarsi e manifestarsi necessita di una scissione maschio/femmina. Nell’umano, a loro volta, questi complementi, elementari (uomo/donna), anelano un ricongiungimento, attratti da una potente forza interiore, al fine di integrare, attraverso l’amplesso sessuale, l’UNITÀ principiale sì saggiamente espressa dalla sapienza antica col simbolo archetipale dell’ANDROGINE primordiale: simbolo misterico, espressione dell’UNITÀ bramata (da non confondere con l’Ermafrodite). Nell’Equinozio primaverile, ‘’Epifania della vita”, trionfa il principio femminile che si manifesta nella sua gloria. La vita rinasce. Tutte le religioni tradizionali, quando si tratta di spiegare il mistero della vita quale espressione concreta di un principio immanente, ricorrono al simbolo ed al mito della diade maschio-femmina, e l’Androgine. Dunque Primavera, quale manifestazione simbolica di incontro, congiungimento e “rinascita”. Marte, l’antico dio tutelare della vegetazione, primo mese del calendario romano arcaico, era il mese che dava inizio all’anno, congiungendosi con Aprilia/Venere/Flora. È dal loro incontro, dalla loro unione che la vita rinasceva… e il ciclo perenne ricominciava. Questi stessi principii vengono trasmessi sincreticamente dal cristianesimo e dai Padri della Chiesa, poiché la verità è una. Purtroppo, noi del ventunesimo secolo, tralasciata la fede dei nostri padri e nonni, smarriti ci allontaniamo dagli stessi, eterni principi summenzionati. Il peggio è che il nostro allontanamento dalla Tradizione non è dovuto ad un nuovo sincretismo religioso. No! Il nostro è un deambulare nel buio, senza passato né futuro (spesso senza neanche il presente).
Nel contesto qual è il nostro, di una società smarrita e materialista, l’edonismo è il fine e la spiegazione di tutto. Falsi profeti, falsi principii, propagati in un costante e quotidiano martellamento mediatico e pedagogico, hanno distratto e allontanato le masse da verità trasmesse dalla saggezza antica. Quanto lungi siamo da quel pathos e quelle generazioni che hanno creato e creduto nella santità di valori che concepivano la natura umana quale espressione e immagine di Dio! Purtroppo, l’ineluttabile scorrere del tempo, sempre più dominato da uno sfrenato edonismo, dall’arroganza e dall’egoismo nell’inseguire fisime e illusorie pretese liberticide, ci pongono al cospetto di una GRANDE ILLUSIONE. Il rigetto di antichi e tradizionali concetti nell’illusione di una “libertà” liberticida, che ci relega tutti in una “grande prigione senza sbarre”: l’annullamento delle nostre coscienze, una “prigione interiore”. Da più di due secoli, il naturalismo, il razionalismo scientifico, falsi profeti e nuove vedute filosofiche hanno determinato un graduale e inesorabilmente slittamento nell’abisso in cui ci troviamo; un abisso la cui caduta è sempre più precipitosa e che non sembra toccare il fondo. Che fine ha fatto la COPPIA? E la FAMIGLIA?
E i veli bianchi, sogno di ogni fanciulla, cosa son divenuti? L’odierna gioventù, donne e uomini, sorridono a queste immagini/simboli e al ricordo del romanticismo del passato. Intanto, guardandoci attorno, quante sconcezze, quante assurdità e pazzesche pretese in nome di una libertà illusoria. Non più gli anelli a suggellare un’unione. Quel che ci lega tutti è un interminabile catena di ciechi e sordi, guidati da altrettanti ciechi
e sordi!