Saranno Feste migliori, grazie all’adozione della Legge C-5
Il 17 novembre scorso mi sono recato in Senato con i miei collaboratori per assistere all’adozione della Legge C-5, una riforma del nostro sistema di giustizia penale
Il 17 novembre scorso mi sono recato in Senato con i miei collaboratori per assistere all’adozione della Legge C-5, una riforma del nostro sistema di giustizia penale
Stando a queste considerazioni, è legittimo dedurre, in senso largo, che in genere i nostri dolci natalizi tradizionali, nella loro peculiarità, allorché esaltano l’ACINO, la FARINA, la FRUTTA e il MIELE
Tra qualche giorno sarà Natale e spero di trascorrere questo periodo di festa in santa pace, anche se le preoccupazioni sono tante: la guerra continua, l’inflazione galoppa e, anche con il nuovo governo, si perde tempo in chiacchiere inutili.
Con questo bilancio il comparto delle Dop del nostro Paese raggiunge la quota del 21% come contributo al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale. Quindi vuol dire che più di 1 euro su 5 del cibo e del vino italiano viene generato da prodotti Dop e Igp.
La nostalgia, con il mito del paradiso perduto, assume talvolta i contorni di una quasi trascendenza religiosa, soprattutto quando si vive in Paesi dominati dal culto dell’efficienza di mercato e del consumismo, e ormai privi di miti e di sacralità.
Generalmente ai nuovi arrivati erano riservate le occupazioni scartate dai locali e i lavori più duri ed estenuanti. Non erano rari gli episodi discriminatori animati da spregevole xenofobia.
La differenza quanto ad attività natalizie tra la città italiana e quella asiatica è notevole e tutta a favore della città-stato, che è però di religione prevalentemente musulmana e taoista.
Tra l’altro le cose juventine ora non appartengono più alle cronache calcistiche ma a quelle giudiziarie. E, caro direttore, ne riparleremo.
Basterebbe andare in rete su uno dei tanti siti degli istituti scolastici che mettono in vetrina il loro progetto educativo per inciampare sulla promessa di garantire ai propri studenti il raggiungimento dell’eccellenza nel loro percorso accademico.
Le nostre élite li considerano, con animo sprezzante, un tutto indifferenziato. Sono la squadra avversaria, insomma.