Appunti di viaggio con i miei studenti
Karim osserva con rispetto e commozione il pietoso marmo del Cristo velato di Giuseppe Sanmartino, nella cappella della Chiesa di San Severo a Napoli
Karim osserva con rispetto e commozione il pietoso marmo del Cristo velato di Giuseppe Sanmartino, nella cappella della Chiesa di San Severo a Napoli
Tutte le grammatiche dovrebbero posizionarlo tra i verbi de facto difettivi.
Basterebbe andare in rete su uno dei tanti siti degli istituti scolastici che mettono in vetrina il loro progetto educativo per inciampare sulla promessa di garantire ai propri studenti il raggiungimento dell’eccellenza nel loro percorso accademico.
Un dolore è fatto di lettere che lo compongono e che lo definiscono. Un dolore ci intaglia linee, dentro. Linee che ci scrivono; nel senso che scrivono “noi’’.
Di cosa è indizio la volontà di Giorgia Meloni di essere indicata con la formula ‘’il presidente del Consiglio”?
Al netto del sospetto che anche la iena ami sogghignare, abbiamo ragione di affermare che siamo noi, l’unico animale capace di ridere autenticamente.
Karim ha 13 anni e guarda il vuoto, i suoi occhi quasi a passarmi attraverso. I suoi compagni di classe non sembrano neanche accorgersi egli esista, che occupi una parte dello spazio che li circonda.
Spero di non abusare della vostra benevola lettura se questa volta vi propongo un paio di mie composizioni in versi. Sono dedicate a mio padre di cui piango la recente scomparsa.
Di questi tempi sono percorso da “eroici furori’’. La domanda sul senso della vita mi dilania. So bene che questa ricerca affannosa e “furiosa’’ non avrà mai fine. Non posso che sprofondare nelle sabbie “immobili’’ dell’ignoranza.
Pensare all’idea di parola mi suscita meraviglia. Aristotelicamente, terrore e meraviglia. L’essere umano è il solo animale in grado di intrecciare la fisicità di un suono con l’espressione del pensiero. E non c’è pensiero che non si incunei saldamente in una parola.