lunedì 22 Luglio 2024 | 10:29

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Il Pungolo

Il pungolo di Pietro Lucca. Mazzamauriello: folletti col cappuccio rosso a punta e anello magico, antesignani “Signori degli anelli”

A tutti è noto il racconto Fantasy: “Hobbit e il Signore degli Anelli” di John Ronald Reuel Tolkien, accademico, scrittore, poeta e filologo inglese (1892-1973). La capacità di questo prolifico scrittore di raccogliere e assemblare diversi elementi folcloristici, mitologici e leggendari, hanno determinato un indiscusso capolavoro letterario destinato a lasciare un segno indelebile nella storia del fantasy.

Il pungolo di Pietro Lucca. Dalla Grande madre alla Grande vedova

Sin dai tempi immemori, l’Umanità, contemplando il cielo o il firmamento di notti stellate, si è sempre posto tre domande: “Chi sono, da dove vengo e dove vado”? Di una sola cosa è sempre stata certa: il fluire del tempo, il tempo una volta concepito quale eterno moto che tutto trasforma, consuma; “accende, spegne e riaccende”; gran fiume, ove eterne corrono acque “rinnovate” dalle “fonti”.

Il pungolo di Pietro Lucca. Gea, Madre natura, dissacrata e stuprata

La nostra sfrenata e vorace corsa alla ricerca di elementi e materie prime, al fine di alimentare la nostra cosiddetta “società di consumo”, ci ha portati a scombussolare, disboscare, squartare, livellare e trivellare la terra e i fondali marini; un’attività che oggi tocca il parossismo.

Il pungolo di Pietro Lucca: il mistero di Pasqua e Primavera

Pasqua, dall’ebraico pesach, cioè “passaggio”, a ricordo del passaggio del Mar Rosso nella tradizione ebraica, da cui deriva la parola Pasqua. Però, questa ricorrenza del nostro calendario non è che la versione cristianizzata, per sincretismo religioso, di rituali antichi precristiani di una festività archetipale che coincideva col periodo equinoziale primaverile (equinozio invernale).

Il pungolo di Pietro Lucca: rituali e preludi pasquali nel tempo

Ogni civiltà o religione festeggia a suo modo quel che per noi è la Pasqua Cristiana. Nel mondo molte sono le tradizioni inerenti alle festività pasquali; una ricorrenza universale da sempre vissuta e sentita nell’intimo di ogni individuo e società. Questo spiega la diversità di tante tradizioni.

Il pungolo di Pietro Lucca: il Graal

Abbiamo constatato che, nella storia religiosa occidentale, le fasi dell’esperienza spirituale sono riassunte e rappresentate da ricettacoli simbolici. Ognuno di questi rappresenta un livello religioso e uno stato dell’Essere. Dopo la PENTOLA e il TRIPODE lebetato, ambedue ricettacoli di valori e simboli di un percorso religioso graduale, siamo giunti all’ATANOR.

Il pungolo di Pietro Lucca: l’Atanor

Negli articoli precedenti ho appena sfiorato l’origine di alcuni miti e superstizioni, quali residui derivanti dallo scontro di due tipi di civiltà; o meglio di due mondi: quello matriarcale preindoeuropeo e quello patriarcale indoariano. Il permanere dei residui di antichi principi contrastanti in seno a popolazioni profondamente religiose maturò con i secoli non solo un clima propizio al leggendario ed al superstizioso, ma determinò altresì, in certuni, lo stimolo alla ricerca di un filo conduttore che li riallacciasse alla “Fonte”; ad un “Illo tempore” a cui risalire, una volta squarciati i veli del fumoso crogiuolo di idee e credenze che albergavano nelle coscienze. Si trattava di una ricerca interiore atta a riallacciare l’individuo ad un’ “origine”.

Il pungolo di Pietro Lucca: dalla Pentola di bronzo al Tripode, dall’Atanor al Graal

Per alcuni lettori, i termini del titolo sembrano aver poco in comune, oltre che ad essere sinonimi di ricettacoli. Invece, se considerati nella loro accezione originaria, si tratta di “recipienti sacri”, che segnano gradi e tipi di civiltà. Trattando l’universo superstizioso nel capitolo sulle streghe-janare, ho appena accennato ad alcuni simboli (Calderone e Scopa, ecc.), legati a queste leggendarie entità dell’universo superstizioso della Penisola.

Il pungolo di Pietro Lucca: miti e superstizioni (8a parte)

Estirpare completamente la vecchia fede, cancellare il ricordo di numi tutelari con i loro rituali e redimere a tutti i costi gli abitanti del “pagus” (villaggio/campagna), perciò chiamati pagani, risultò compito non facile per la Chiesa.

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