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Vacanze, ferragosto e “Feriae Augusti”
La ricorrenza ricordata col nome di Ferragosto (15 agosto) è celebrata solo in Italia sin dall’epoca romana. Però, di romano antico rimane solo l’aspetto vacanziero, a discapito dell’antico aspetto religioso.
La ricorrenza ricordata col nome di Ferragosto (15 agosto) è celebrata solo in Italia sin dall’epoca romana. Però, di romano antico rimane solo l’aspetto vacanziero, a discapito dell’antico aspetto religioso.
Nel 1903 apparve in India un libro che avrebbe determinato una particolare corrente di pensiero. Si tratta de: “La dimora artica nelle Veda”.
Queste prodigiose vestigia giacciono a quattromila metri di altitudine nelle Ande, in un sito che i remoti era bagnato dall’oceano. Quale immane cataclisma ha rimodellato la crosta terrestre, spazzando via antichissime e avanzatissime civiltà?
Questo mio breve e superficiale excursus non è destinato a “provare” una verità, bensì, in riferimento a dinamiche prima religiose e poi filosofiche, un pathos particolare vissuto ciclicamente e quotidianamente dall’umanità sin dalla notte dei tempi.
Per poter captare la portata simbolica e l’ascendenza della Luna nella storia, nella religione e nella filosofia, bisogna risalire al pathos vissuto sin dall’antichità più remota, nella quale è maturato il fascino per il nostro satellite nelle coscienze dell’Umanità intera, fino a diventare un archetipo.
Quando l’editore Gallimard pubblicò, nel 1972, “Le matin des magiciens” di Louis Pawels e Jacques Bergier, nella presentazione avvertiva il lettore che la pubblicazione non costituiva un romanzo, seppur lo fosse nelle intenzioni degli autori.
L’Universo, malgrado l’apparenza di un insieme fantastico, in realtà costituisce la manifestazione di un “ordine”, di una logica e di un rigido equilibrio, spiegato dalle varie filosofie, religioni e correnti di pensiero.
In genere si dà per scontato di sapere tutto sulla luna. E invece essa cela ancora tanti segreti; forse è qui che risiede il suo fascino. Da secoli, il satellite
Tra i maggiori, e non solo nel campo della microstoria, troviamo Carlo Ginzburg (1939), che con le sue opere ha dato splendida testimonianza di questo modo diverso di intendere la ricerca storica. Infatti, nel suo celebre “I Benandanti.
Nel mondo rurale di Terra di lavoro, Molise, Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche, la Pantasema era una misteriosa figura che animava la fantasia e il timore della civiltà agreste.