Les Grands Ballets Canadiens: l’evento a Montréal
Standing ovation ed applausi a scena aperta per Carmina Burana e Jeunehomme. “È probabilmente uno dei miei passi a due preferiti”, spiega Rachele Buriassi, prima ballerina in Jeunehomme, che poi aggiunge: “È un passo a due molto intenso. sia tecnicamente che emotivamente”
MONTRÉAL – Leggerezza, allegria, amore, bene, male, la ruota della fortuna, il ciclo dell’esistenza. Grande successo e standing ovation per le due opere Jeunehomme e Carmina Burana, presentate dalla compagnia Les Grands Ballets Canadiens, direttore artistico Ivan Cavallari, nella Salle Wilfried – Pellettier. Due rappresentazioni uniche ed ipnotizzanti che confermano, ancora una volta, l’eccellenza della compagnia e del direttore artistico Cavallari nella sua missione di far conoscere al grande pubblico i classici del balletto e le creazioni dei grandi artisti contemporanei in una fusione armonica tra classico e moderno. Il Balletto Jeunehomme, coreografia di Uwe Scholz, dà inizio alla magica serata, offrendo uno spettacolo di indiscusso successo. Leggerezza palpabile, i corpi armoniosi volteggiano in una fusione di passi, coreografie e sentimenti in un unico afflato. I ballerini danzano, sinuosi, sul palcoscenico in un silenzio che lascia spazio solo alla magia della musica, il Concerto per pianoforte e orchestra n. 9 in Mi bemolle maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart, caposaldo della produzione mozartiana, diretto magistralmente dal Maestro montrealese Jean – Claude Picard. La coreografia originale, divisa in tre movimenti, allegro, andantino e presto, porta 21 ballerini in scena, emozionando lo spettatore e trasportandolo in uno stato d’animo d’allegria e leggerezza, grazie alla tecnica rigorosa dei protagonisti ed alla magica interpretazione della coreografia che culmina nel sublime ‘pas des deux’ interpretato da Esnel Ramos e Rachele Buriassi, italiana, prima ballerina, che ha sprigionato una magia sinuosa e potente attraverso il suo modo di danzare. “È probabilmente uno dei miei passi a due preferiti – spiega Rachele Buriassi, che poi aggiunge: “È un passo a due molto intenso sia tecnicamente che emotivamente. Sono 14 minuti intensi con la splendida musica di Mozart che parlano di amore e di come l’amore sia una cosa così incredibilmente bella, ma, allo stesso tempo, di quanto possa ferire e far soffrire. Adoro ballare questo passo a due perché, ogni volta, sento le emozioni del pubblico vicino a me che si relazionano con i miei sentimenti. È stupendo e ogni volta diverso. La musica di Mozart ti avvolge il cuore già con le prime note. Veramente un’emozione unica”.
La leggerezza ed i sentimenti, dopo l’intervallo, lasciano il posto alla musica prorompente ed al canto potente del Coro, che avvolge lo spettatore in un’energia ipnotica pura, esprimendo passione, gioia, preoccupazione, dolore, speranza, il destino della nostra esistenza, tra il bene ed il male. È il primo movimento O Fortuna, potente inizio della cantata dei Carmina Burana (Canti di Beuern). Standing ovation ed applausi a scena aperta nella magia della cantata scenica, adattata da poesie medievali, di Carl Orff, compositore tedesco. Meritato successo delle esecuzioni dei solisti vocali, la soprano Aline Kutan, il tenore Mishael Eusebio ed il baritono Dominique Côté. Grazie alla coreografia unica ed originale di Edward Clug, coreografo rumeno, i corpi esili, muscolosi, come sculture viventi, quasi cinquanta ballerini sul palcoscenico, si piegano all’unisono, disegnando onde, danzando sinuosamente nel cono di luce della ruota della fortuna che, maestosa, come un’orbita, scende dall’alto, lentamente, insinuandosi tra i ballerini, grazie ad un sapiente gioco di luci di Marc Parent. La coreografia si sviluppa intorno alla ruota, sprigionando una potente energia che ipnotizza lo spettatore, grazie alla potente carica del Coro e del motivo ritmico dell’Orchestra sapientemente diretta da Jean- Claude Picard.