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Carlo Rubbia

Tra i grandi scienziati del nostro tempo, Carlo Rubbia occupa un posto importante nella fisica delle particelle elementari. Fino al XIX secolo l’atomo era considerato la particella più piccola e indivisibile della materia. Nel 1897 Thomson e più tardi Rutherford, suo allievo, scoprirono l’esistenza di particelle più piccole che formavano l’atomo: protoni con carica positiva, elettroni con carica negativa e neutroni con carica neutra. Un’altra particella, il fotone, che trasporta la luce e non ha massa, fu scoperta all’inizio del ‘900. Negli anni ’30 e ’40 furono scoperti gli antielettroni e gli antiprotoni dando origine, così, alla concezione dell’antimateria.

 

 

Negli anni successivi furono scoperte molte altre particelle elementari. Era nata la fisica delle particelle e delle subparticelle o quark.

 

Per studiare la natura delle subparticelle era necessario  accelerare quelle elettricamente cariche, protoni o elettroni, e farle scontrare tra loro a elevatissima velocità.

Nacquero i primi acceleratori lineari e circolari, tra cui il CERN di Ginevra, che è oggi il più grande al mondo e dove si studia la fisica delle alte energie. Qui il nostro connazionale Carlo Rubbia ha svolto l’attività di ricerca sin dal 1960, divenendo direttore generale dal 1989 al 1994.

 

Carlo Rubbia nacque a Gorizia nel 1934, studiò ingegneria al Politecnico di Milano e poi alla Normale di Pisa, dove si laureò con una tesi sui raggi cosmici. Il suo apporto considerevole allo studio delle particelle elementari gli valse il premio Nobel nel 1984. Negli anni successivi progettò un reattore nucleare a fissione, amplificatore di energia, chiamato Rubbiatron, senza però realizzarlo. Ha contribuito alla ricerca svolta nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso e con l’esperimento ICARUS ha sviluppato la tecnica di rivelazione dei neutrini provenienti dal sole. Interessato alla fissione e alla fusione nucleare controllata, ha progettato un motore capace di trasportare un’astronave fino al pianeta Marte con una quantità minima, 2,5 Kg, di Americio 242, elemento radioattivo sintetico.

 

Attualmente, con il progetto WARP (Wimp Argon Programme), studia la materia oscura (dark matter) che sembra occupare il 26% dell’universo. La materia che conosciamo, quella che costituisce i pianeti, le stelle e le galassie, occupa soltanto il 5%.  Il restante 69% è composto da energia oscura (dark energy), una parte importante di cui non si sa quasi niente.

 

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Tale materia non emette alcuna radiazione elettromagnetica e per questo non è visibile.

Il risultato degli studi sull’accelerazione delle particelle elementari ha un notevole impatto su svariati campi: industriale (analisi chimiche, chip elettronici, sterilizzazione, studio dei materiali), medicina (produzione di isotopi radioattivi, raggi X), geologia (analisi del suolo).

 

Carlo Rubbia ha ricevuto 28 Lauree Honoris Causa; è socio onorario dell’Accademia dei Lincei, della Pontificia Accademia delle Scienze, della National Academy of Sciences statunitense, dell’Accademia russa delle scienze, della Royal Society; gli è stato dedicato un asteroide, 8398 Rubbia; nel 2013 Il presidente Giorgio Napolitano lo ha nominato senatore a vita; nel 2016 ha vinto il premio Vinarius al Territorio quale personaggio del collio Goriziano.

Dall’arte alla scienza, dalla poesia alla musica, il genio italiano non cessa mai di manifestarsi e dare un contributo notevole allo sviluppo di tutte le attività umane.

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