Clamoroso passo indietro della Vicepremier e Ministra delle Finanze, subito sostituita dal Ministro della Sicurezza Dominic LeBlanc. Ma Trudeau è ormai sotto assedio: non solo tutti i partiti di opposizione, ma sempre più deputati liberali gli chiedono di farsi da parte
OTTAWA – È caos totale a Ottawa: lunedì mattina, a poche ora dalla presentazione della Nota di Aggiornamento economico per l’autunno (che peraltro ha certificato l’esplosione del deficit canadese a 62 miliardi rispetto ai 40 preventivati), è successo l’impensabile: la Vicepremier e Ministra delle Finanze, Chrystia Freeland, un esponente di spicco del Partito Liberale e braccio destro del Primo Ministro (eletta deputata per la prima volta nel 2013 nel collegio di Toronto) si è dimessa dal suo incarico (anche se resta deputata liberale), gettando il governo Trudeau nel panico più totale. Lo ha fatto pubblicando sui social una lettera di fuoco contro il suo leader in cui ha rivelato come venerdì scorso, 13 dicembre, Trudeau le aveva comunicato che non sarebbe più stata responsabile delle Finanze, proponendole un Ministero senza portafoglio. “Dopo averci riflettuto, ho concluso che ai miei occhi l’unica strada onesta e percorribile è quella di lasciare il governo”, ha annunciato la Ministra che in 9 anni ha guidato 3 Ministeri: Affari Esteri (2015-2017), Innovazione, Scienze e Sviluppo Economico (2017-2019) e Finanze (2020-2024). “Nelle ultime settimane ci siamo trovati in disaccordo sulla strada migliore da seguire per il Canada”, ha sottoli-
neato Freeland. Nella sua lettera di dimissioni, la deputata di Toronto ha menzionto la “grande sfida” rappresentata dalla minaccia di dazi del 25% ventilata dal Presidente designato degli Stati Uniti, Donald Trump. Una minaccia che, ha puntualizzato, “va presa sul serio”. Per questo motivo, secondo Freeland, “dobbiamo preservare la nostra capacità fiscale oggi, in modo da avere le riserve necessarie in caso di una guerra commerciale”. E ancora: “Bisogna evitare espedienti politici costosi che non possiamo permetterci e che fanno dubitare i canadesi in merito alla nostra consapevolezza sulla gravità di questo momento”, ha aggiunto, criticando l’approccio di spesa eccessiva adottato dal Primo Ministro nel contesto attuale. Di recente, il governo ha allentato i vincoli di bilancio offrendo un’esenzione dalla tassa sui beni e servizi (GST) fino a metà di febbraio.
Ed aveva anche pianificato di distribuire un assegno di 250 dollari ai cittadini che guadagnano fino a 150 mila $, salvo poi ricredersi perché sarebbe costato circa 4,7 miliardi. Misure che Freeland non condivideva affatto. E, come lei, tanti altri deputati liberali, circa 40/50, secondo i ben informati, che hanno chiesto apertamente a Trudeau di dimettersi. Un appello che è arrivato, forte e compatto, da tutti e tre i leader delle opposizioni. “Justin Trudeau ha perso il controllo”, ha affermato Pierre Poilievre, capo del Partito Conservatore. “Il Canada dovrà affrontare una delle crisi commerciali e diplomatiche più gravi della storia recente ed i cittadini meritano un governo stabile con un mandato chiaro”, ha ribadito il leader del Bloc québécois, Yves-François Blanchet. “Trudeau non può continuare perché si occupa di litigi interni al suo partito invece che delle questioni che incidono profondamente sulla vita delle persone”, ha tuonato Jagmeet Singh, leader dell’NDP. Una cosa è certa: Trudeau ha perso l’ennesimo pezzo, forse il più pregiato. Le dimissioni della Freeland sono solo l’ultima defezione di una lunga serie: Jody Wilson-Raybould, Ministra della Giustizia e Procuratrice Generale (febbraio 2019); Gerald Butts ,Consigliere principale del Primo Ministro (febbraio 2019); Jane Philpott, Presidente del Consiglio del Tesoro del Canada (marzo 2019); Bill Morneau, Ministro delle Finanze e deputato di Toronto-Centre (agosto 2020); David Lametti, Ministro della Giustizia (gennaio 2024); Marie-Claude Bibeau, Ministro delle Entrate nazionale (febbraio 2024); Pablo Rodriguez, Ministro dei Trasporti e membro del caucus liberale (settembre 2024); Carla Qualtrough, Ministro dello Sport (novembre 2024); Dan Vandal, Ministro degli Affari settentrionali (novembre 2024); Filomena Tassi, Ministra dell’Agenzia federale per lo sviluppo economico dell’Ontario meridionale (novembre 2024); Randy Boissonnault, Ministro delle Lingue ufficiali e del Lavoro (novembre 2024) e Sean Fraser, Ministro dell’Abitazione (dicembre 2024). Ora Trudeau ha tre opzioni: restare in carica fino all’ottobre del 2025; dimettersi da leader liberale e aprire una competizione interna per nominare la o il suo successore; oppure restare in carica ma organizzare le elezioni anticipate.